News BalcaniMInistri

Zagabria e Belgrado tiepidi amici – 06mar13

Messaggi incoraggianti, promesse di buon vicinato e la garanzia di un reciproco sostegno nel futuro europeo di entrambi: il ministro degli Esteri serbo Ivan Mrkic torna a Belgrado con una scorta di buone notizie, perché gli incontri a Zagabria con l’omologa Vesna Pusic e il presidente Ivo Josipovic hanno rappresentato un avvicinamento ritenuto importante da tutte e due le parti.

L’incontro è stato definito “di preparazione” per un appuntamento fra i due capi di Stato, e nel frattempo è stata discussa la fattibilità di una commissione congiunta per affrontare le questioni ancora aperte. La prima fra queste è rappresentata dalle reciproche accuse di “genocidio” presso le istituzioni penali internazionali, che “saranno ritirate”, ma prima andrà svolto un lavoro accurato, su cui permangono ancora diversi punti di vista. “Per la Croazia – ha precisato Mrkic – la questione più importante è quella che riguarda le persone scomparse, per noi è invece quella del ritorno dei rifugiati nelle loro abitazioni e la restituzione delle proprietà”.

Le buone intenzioni sono rafforzate dall’obiettivo comune dell’ingresso in Europa, che per la Croazia è quasi raggiunto, con l’adesione prevista il primo luglio preceduta dalle elezioni per i candidati al parlamento europeo ad aprile. Ma è proprio l’appuntamento elettorale che potrebbe portare nuovi motivi di attrito. Il voto per i candidati di Zagabria all’europarlamento, infatti, anticipa di poco più di un mese quello per le amministrazioni locali, il 19 maggio. In previsione delle due votazioni, un gruppo di 48 generali dell’esercito in pensione ha annunciato l’intenzione di “formare una gerarchia basata sui principi delle Forze armate” per presidiare e difendere la città di Vukovar, uno dei principali teatri del conflitto balcanico negli anni ‘90, e attualmente abitata da una popolazione a maggioranza serba. A motivare la decisione dei 48 è l’intenzione del governo di applicare la legge costituzionale sulla tutela delle minoranze, che prevede l’adozione dell’alfabeto cirillico, utilizzato dai serbi, come “doppia lingua” per le comunicazioni ufficiali e le scritte pubbliche a Vukovar.

Secondo uno dei leader del movimento degli ex militari, il generale in pensione Domagoj Domazet Loso, la Croazia “è esposta al pericolo di un’aggressione interna con la peggiore delle armi, la parola scritta”. Sul fatto che si tratti di una legge prevista dallo Stato croato, il generale ha replicato sostenendo che i risultati dell’ultimo censimento sono falsi, e la popolazione di etnia serba non raggiunge la percentuale necessaria per far entrare in vigore la legge. Ma se da una parte viene intravisto il rischio di un’aggressione interna, dall’altra il presidente del Consiglio nazionale dei serbi in Croazia, Milorad Pupovac, denuncia un’atmosfera carica di tensioni contro la popolazione serba.

“La campagna in atto contro l’adozione dell’alfabeto cirillico – osserva Pupovac – continuerà fino a che le autorità politiche di Zagabria non decideranno di porre fine a questa situazione di stallo e non inizieranno a fare quello che la legge prevede”. Secondo Pupovac esiste però un problema più grande dell’alfabeto, e cioè il rischio di una abbandono progressivo dell’area sia da parte dei serbi che dei croati a causa dei problemi economici e della mancanza di risorse per un rilancio del territorio, e l’aumento delle tensioni etniche potrebbe diventare il colpo di grazia per la città di confine.

(fonte italintermedia.globalist.it 6 marzo 2013)

 

 

 

I due ministri degli Esteri (foto www.daily.tportal.hr)

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.