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Vukovar, sequela di manifestazioni contro il bilinguismo – 06set13

Non c’è pace a Vukovar. Anche ieri per le vie della città martire sul Danubio hanno sfilato centinaia di contestatori, che si sono fermati dinanzi agli edifici delle istituzioni statali su cui sono state affisse le tabelle bilingui. Ma non vi sono stati nuovi tentativi di rimuovere o danneggiare le insegne scritte a caratteri cirillici, difese ancora da cordoni di polizia. Oggi i rappresentanti delle associazioni dei reduci di guerra di tutta la Croazia decideranno, nel corso di una sessione congiunta, se continuare o meno con le proteste contro l’introduzione del bilinguismo visivo a Vukovar.

Il premier Zoran Milanović ha ribadito, però, che lo Stato non rinuncerà all’affissione di scritte a caratteri cirillici, in quanto questo è un obbligo previsto dalla Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Il presidente del Sabor, Josip Leko, da parte sua, ha bocciato la richiesta di convocazione di una sessione straordinaria del Parlamento dedicata ai fatti di Vukovar.

Circa 500 persone hanno sfilato, come rilevato, a Vukovar per protestare contro le tabelle bilingui poste sugli edifici che ospitano le istituzioni statali. Nella serata di martedì è stata rimessa in loco la tabella in Questura, portando così a 6 le istituzioni in cui sono state affisse (Ispettorato di Stato, Istituto per la previdenza sociale, Ufficio di collocamento e Centro per la tutela sociale). Dopo essersi radunato in piazza della Repubblica, il corteo ha sfilato per le vie cittadine in maniera ordinata e pacifica.

A guidare la protesta era il presidente del Comitato per la difesa di Vukovar croata, Tomislav Josić, il quale si trovava in custodia cautelare da lunedì scorso a martedì pomeriggio. Questi ha sottolineato che la polizia si è comportata più che correttamente nei suoi confronti e ha lodato l’atteggiamento mantenuto dagli agenti nei confronti dei manifestanti. Josić ha espresso disponibilità a incontrarsi con i rappresentanti del governo e con il premier per risolvere la questione delle tabelle bilingui. La protesta, iniziata ieri alle ore 10, è terminata alle 12,30 con l’invito a radunarsi di nuovo l’indomani mattina. “Per esprimere il nostro malcontento, ma in pace, senza attaccare né offendere nessuno”, ha puntualizzato Josić.

Tra le varie dichiarazioni a favore o contro la protesta, comprese le accuse di istigazione alla violenza, una spicca per la sua dualità. Infatti, il ministro dei Difensori Predrag Matić ha dichiarato martedì sera che “la legge è legge, ma i sentimenti umani sono importanti”. Rilevando il suo passato (Vukovar è la sua città ed è un ex difensore), Matić ha sottolineato il suo presente – è un ministro, ha giurato di rispettare le leggi –, per cui ha dichiarato che in questa situazione è pervaso da sentimenti opposti.

“Saranno esclusi dalle insegne in cirillico quelli che per noi sono i ‘santuari’ di Vukovar, cioè l’Ovčara e via Trpinja. Però nelle sedi delle istituzioni statali saranno affisse le tabelle bilingui in un termine per noi accettabile. Le leggi sono più forti delle emozioni, sebbene queste talvolta prendano il sopravvento. Il cirillico come tale non è pericoloso – chi ha mai visto che una scrittura ha ucciso qualcuno – ma la connotazione che reca con sé… capisco i miei concittadini, però sono un membro del governo e ho giurato di mettere in atto le leggi”.

Dieci di 17 membri che compongono il consiglio del ministro dei Difensori hanno emesso un comunicato in cui valutano “molto pericolosa ed esplosiva” la situazione a Vukovar. Al fine da impedire che deteriori ulteriormente, hanno chiesto al ministro dell’Amministrazione Arsen Bauk di ripetere il censimento in questa città.

Tra coloro i quali le leggi le propongono e le attuano c’è il premier Zoran Milanović, il quale è rimasto irremovibile sulla messa in sito delle tabelle bilingui a Vukovar. “Non c’è possibilità di posporre l’affissione. Posso capire ed accettare il fatto che qualcuno non ne sarà entusiasta. Ma se vogliamo essere uno Stato civile che tutela le minoranze e rispetta la legge, lo dobbiamo fare e lo faremo”. Il premier si è poi rivolto a tutti quelli che nei giorni scorsi hanno agito in maniera impropria, sia secondo lui sia secondo la legge, ad accettare che la guerra è finita e che sono passati più di vent’anni dal varo della Legge sull’amnistia. “La Croazia deve mostrare magnanimità nella vittoria, ma in pace deve dimostrare buona volontà e rispettare le leggi”.

Che le tabelle “non sono degne di contrasti né conflitti” è il parere del ministro degli Interni Ranko Ostojić, il quale è convinto che “vincerà la ragione e chi è colpevole subirà sanzioni. La polizia ha identificato quelli che hanno frantumato le tabelle. Cose così non si ripeteranno”. Il ministro ha sottolineato che “a Vukovar si deve costruire una vita, non una coabitazione. Delle insegne bilingui non devono essere causa di scontri. Abbiamo atteso più di dieci anni per appurare che i serbi in questa città sono più di un terzo della popolazione. Perciò il bilinguismo deve essere introdotto per legge”.

Contro la messa il loco delle tabelle bilingui a Vukovar si sono schierate anche le associazioni dei difensori di Zagabria e di Sinj, mentre la richiesta del gruppo parlamentare dell’HDSSB, di indire una sessione straordinaria del Sabor, è stata respinta dal presidente del Parlamento, Josip Leko.

“Vukovar non merita di essere coinvolta in sterili dibattiti politici. Problemi come questi si devono risolvere nelle istituzioni statali. Non ci sarà una sessione straordinaria perché la possono indire solamente il presidente, il governo o la può richiedere la maggioranza del Sabor (almeno 76 parlamentari)”.

Erika Blečić
“la Voce del Popolo” 5 settembre 2013

 

 

 

Vukovar, l’ennesima manifestazione contro l’introduzione del bilinguismo (foto www.tportal.hr)

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