Videoconferenza su Trieste e la Dichiarazione Tripartita del 20 marzo 1948

Giovedì 23 marzo alle ore 18:00, in diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Milano. Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia, si terrà una videoconferenza a cura del Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia durante la quale LORENZO SALIMBENI, giornalista pubblicista, ricercatore storico, autore di saggi scientifici ed articoli divulgativi inerenti la storia e la geopolitica del confine orientale italiano e delle guerre mondiali nei Balcani, parlerà di:
IL TLT, LA GUERRA FREDDA
E LA DICHIARAZIONE TRIPARTITA DEL 20 MARZO 1948
Il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 aveva, infatti, lasciato in sospeso la sorte del capoluogo giuliano, delineando la costituzione di un Territorio Libero di Trieste (TLT) suddiviso in una Zona A sotto amministrazione militare anglo-americana (sostanzialmente Trieste e la sua attuale provincia) ed una Zona B sotto amministrazione militare jugoslava (i distretti di Capodistria e di Buie), in attesa che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite designasse la figura di un Governatore.
Questa figura a inizio 1948 non era stata ancora individuata, nella zona B invece il regime jugoslavo procedeva con una strisciante annessione delle terre sotto il suo controllo fregandosene delle norme di diritto internazionale, che prevedevano il rispetto della legislazione precedentemente in vigore, essendo la sovranità statuale in sospeso.
In quel periodo altresì, l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale era concentrata sull’Italia repubblicana, chiamata per la prima volta alle urne il 18 aprile 1948: si trattava di un appuntamento elettorale in cui le istanze occidentali, rappresentate dalla Democrazia Cristiana in primis, erano chiamate a confrontarsi con uno dei più robusti partiti comunisti dell’Europa occidentale.
Volendo confortare lo spirito patriottico, le tre potenze occidentali proposero al Presidente del Consiglio italiano Alcide De Gasperi la restituzione della Zona A del costituendo TLT all’Italia (che già contribuiva all’amministrazione con personale civile) oppure la dichiarazione che tutto il Territorio (zona A e B) doveva tornare sotto la sovranità italiana, cosa di difficile attuazione visto il consolidato radicamento dell’esercito e dello stato jugoslavo nella Zona B.
Tale Dichiarazione, la cui realizzabilità risultava in effetti complessa, rimase tuttavia un punto di riferimento assiduo per le rivendicazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati e per i triestini.
L’uscita della Jugoslavia il 28 giugno 1948 dal Cominform, (strumento di coordinamento dei partiti comunisti nel mondo), consenti al regime di Belgrado di riciclarsi come uno dei paesi fondatori del cosiddetto blocco dei Non allineati, perseguendo una via autonoma al socialismo.
Il regime di Belgrado seppe proporsi come interlocutore dei Paesi occidentali, godendo pertanto di un trattamento di favore nell’ambito della questione di Trieste.
L’Italia era uno Stato aderente alla NATO ed un alleato ormai integrato, la Jugoslavia invece doveva essere avvicinata e di conseguenza restituire tutto il TLT alla sovranità italiana era diventato definitivamente irrealizzabile.
Il Memorandum di Londra prima (1954) ed il Trattato di Osimo in seguito (1975) sanciranno come confine internazionalmente riconosciuto quella che inizialmente era solamente una linea di demarcazione. 
La videoconferenza potrà essere rivista sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano.
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