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Vicenza: cerimonia tra lacrime e polemiche (Giornale di VI 14 feb)

Le lacrime rigano i volti quando Bruno Riello intona "Il Piave" con la sua tromba. Due corone di alloro, la prima portata dal vicesindaco Alessandra Moretti insieme con il prefetto Piero Mattei, l'altra dall'assessore regionale Elena Donazzan insieme con il presidente dell'associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia Domenico Obrietan vengono fissate all'incrocio tra via Vittime civili di Guerra e via Martiri delle Foibe. Ed è ancora la tromba con "Il Silenzio" a colmare di emozione l'atmosfera del quinto anniversario del giorno del ricordo, in cui si rinnova la memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

É una piccola folla quella che si è riunita in strada, con diverse autorità tra cui anche il questore Giovanni Sarlo, ci sono vari esponenti di Alleanza Nazionale, oltre alla Donazzan, l'europarlamentare Sergio Berlato, Giorgio Conte, il consigliere comunale Valerio Sorrentino.

«Il Comune si stringe a chi ha subito perdite nel grave delitto che si è commesso durante la tragedia delle foibe», ha osservato il vicesindaco Alessandra Moretti. Al suo intervento sono seguite le parole del parroco di Anconetta, la lettura tratta dal profeta Isaia e le preghiere della gente. Poi il discorso del presidente Anvgd Domenico Obrietan: «Ancora oggi dobbiamo constatare che, nonostante tutto, la metà del popolo italiano sa poco o nulla del nostro dramma di esuli e delle foibe. La nostra associazione deve fare ancora molto lavoro di informazione, soprattutto verso le nuove generazioni attraverso gli istituti scolastici. Anche se, purtroppo, troppe sono le presenze di presidi e insegnanti dagli orientamenti politici che mal si conciliano con la ricerca della verità sull'esodo e sulle foibe. Troviamo molte porte chiuse».

C'è anche l'emozione di Aldo Giovannelli, 95 anni, profugo di Rovigno, che chiede il "Va Pensiero". E tutti lo cantano. Ma c'è spazio, a margine della cerimonia, pure di una parentesi polemica.

«Perché – chiede il consigliere comunale Sorrentino – la giornata del ricordo non è stata celebrata il 10 febbraio, data della sua istituzione, bensì tre giorni successivi? È come se festeggiassimo il 25 aprile, anniversario della liberazione, il 28. Non avrebbe senso».

Il vicesindaco risponde: «Una scelta dettata da ragioni organizzative per permettere la presenza delle autorità e soprattutto per garantire in Sala Stucchi la presentazione del libro». La giornata si è conclusa con la presentazione del volume "Il confine orientale" di Alessandro Cuk.

Roberta Bassan

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