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vfv.it – gen08 – Pompieri oltre i confini

a cura di: Alessandro Mella
 
L’avventura dei Vigili del Fuoco nei territori occupati

Nella tarda primavera del 1941 gli eventi bellici europei portano l’Italia a lanciare un offensiva verso la Jugoslavia e la Grecia.
Come è noto gli slavi ed i greci si battono con forza e le prime grandi avanzate finiscono per stabilizzarsi in una brusca e clamorosa frenata sbloccatasi solo con il successivo intervento tedesco.

Ma nei primissimi momenti l’offensiva a nord permette una vasta espansione in Dalmazia e nelle aree slovene.E’ un momento di grande concitazione ed i corpi istriani, dalmati e della Venezia Giulia vivono con fremente attesa l’evolversi degli eventi.

A Trieste appresa la notizia dell’occupazione di Lubiana, si forma un autocolonna che parte celere la notte tra il 12 ed il 13 Aprile diretta verso la città con mezzi e personale dell’87° Corpo VVF.

Tra sbarramenti, filo spinato e segni di battaglia gli automezzi raggiungono la caittà slovena e la mattina del 13 q il personale triestino VVF si accaserma nella sede dei Vigili del Fuoco Lubiana.

Nei giorni successivi si occupano e rendono nuovamente operativi i distaccamenti circostanti di Longatico Inferiore e Superiore, Vernica, Leg e Brezovizza con personale locale inquadrato con i rinforzi italiani dei corpi di Trieste, Gorizia e Fiume.

Il 16 Aprile il Direttore Generale Alberto Giombini visita il corpo di Trieste recandosi poi a Lubiana per visionare il corpo che opera già da giorni con personale misto italiano e locale.

Dispone inoltre l’attivazione con personale proveniente dal 37° Corpo Gorizia dei distaccamenti di Oterdesizza, Horiul, Gravre, Dobrova, Ziri e Tratra.

Il podestà di Lubiana scrive il 19 Giugno 1941 al comandante di Trieste:
“Il municipio di Lubina ringrazia il sig. Comandante, ufficiali, sottufficiali e vigili del fuoco di Trieste per la collaborazione piena di sacrificio e di affezione dimostrata durante la permanenza nella nostra città, e si augura che i contatti frai corpi dei vigili del fuoco delle due provincie rimangano così pieni di cameratismo anche in seguito perfezionandosi sempre di più”

Frattanto un ulteriore sede viene costituita a Susak nei pressi di Fiume con personale del 21° Corpo.Costituito il 95° Corpo Cattaro il 3 Agosto 1941 si provvede a costituire anche il Corpo di Spalato il 96° ed ad ufficializzare la creazione del 97° Corpo Lubiana.Le sorti di questi saranno le medesime delle nostre FFAA, memorabile il ripiegamento del 96° Corpo su Zara guidato dal Capitano Battara.

La caserma del 95° Corpo viene intitolata a Francesco Rismondo e come mezzo di soccorso venne assegnata l`autopompa VF38 sbarcata via mare il 16/06/1941.

Personale dell`87° corpo viene inviato in servizio in questo corpo.Nei corpi di Slovenia e Dalmazia prestarono servizio anche Vigili di Frosinone, Gorizia, Roma, Milano, Napoli, Genova, Torino e Bologna.

Al comandante del corpo di Trieste viene affidato l’incarico di commissario straordinario per il coordinamento dei nuovi corpi.

Il corpo 97° subì anche la perdita dei Vigili Amerigo Ferluga e Jursich Giuseppe, catturati da partigiani sloveni a Nove Mesto e seviziati fino alla morte nel Maggio 1942.

I corpi costituiti nelle aeree occupate furono di fatto un tentativo di dimostrare che anche i servizi antincendi italiani potevano al pari della Feuerschutzpolizei germanica, seguire le armate nei territori occupati per assumere il controllo dei corpi locali.

L’esperienza italiana fu però assai breve tanto da essere quasi sconosciuta se non per le poche note che la cronaca dell’epoca lasciò.Furono insomma un espressione di un momento particolarissimo e di quello spirito un po’ ardito ed un po’ ingenuo che animava il paese in quella delicata fase storica.

Dal punto di vista uniformologico il personale italiano conservò le tenute del Corpo Nazionale con i fregi dei corpi di origine.Medesima cosa fu fatta almeno in un primo momento dal personale locale che operò con le divise di origine.

Non è dato sapere se in un secondo momento ne ricevettero di italiane cosa tra l’altro non impossibile.Più improbabile è che la Lorioli abbia prodotto i fregi con i numeri 95-96-97 per questioni di tempo.

Almeno al momento non se ne conoscono esemplari originali e genuini.E’ tuttavia possibile che ufficiali e sottufficiali abbiano applicato i numerini nei fregi ricamati, operazione piuttosto agevole munendosi dei piccoli numeri in metallo reperibili presso le mercerie militari.

È nota invece l’esistenza del labaro del 95° della stessa foggia di quelli degli altri corpi d’Italia e si può quindi ipotizzare che anche il 96° ed il 97° lo possano aver ricevuto.
Si ringrazia Fabrizio Apollinari per la collaborazione

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