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Verona: Foibe ed esuli, la storia negata ai giovani

«La mia generazione ha raccolto le testimonianze degli esuli ma per anni è stata come cancellata da questo ricordo che per anni è stato perfino negato nella memoria collettiva». Così l’avvocato Francesca Briani, presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, ha spiegato ai giovani riuniti nell’auditorium della Gran Guardia per la cerimonia di commemorazione dedicata al Giorno del Ricordo, le difficoltà di far riemergere una pagina dolorosa quanto scomoda della storia recente, quella dell’eccidio di migliaia di abitanti dell’Istria e della Dalmazia, «infoibati» dai partigiani di Tito, e degli esuli, «rimasti senza patria per aver voluto restare italiani, come ha sottolineato il professor Davide Rossi dell’università di Trieste, spiegando ai ragazzi la storia dell’area istriana ma anche il concetto di Stato, «identità di popolo e lingua. Se vogliamo leggere la storia dobbiamo pensare a come nascono gli Stati».

La vicenda degli esuli giuliani e dalmati è stata una delle pagine più dolorose ma anche più oscure, perché a lungo negate, della storia recente. L’avvocato Briani ha raccontato l’assurda condizione di certi giovani costretti a lasciare la propria casa, gli amici, la scuola, per arrivare in Italia con la scritta «profugo giuliano» sulla valigia, come se fosse un marchio d’infamia. E poi il dramma dei campi profughi, e la ricerca di una sistemazione in una terra, che era poi l’Italia, che spesso considerava gli esuli, trovatisi all’improvviso nel ruolo di transfughi, come degli appestati, se non dei paria.

Una vicenda storica a cui i giovani si sono affacciati di recente ma che non manca di suscitare emozioni, come ha fatto capire nel suo intervento la presidente della Consulta provinciale degli studenti Clara Albarello. Il dirigente dell’Ufficio Scolastico, Giovanni Pontara ha espresso il suo apprezzamento per la grande partecipazione delle scuole. «Vuol dire che si sta facendo un importante lavoro di riflessione e di indagine storica dei fatti del nostro passato per capire come andare avanti», ha detto il dottor Pontara.

Alla cerimonia erano presenti numerosi rappresentanti delle istituzioni civili e militari cittadine e delle associazioni combattentistiche d’arma. «Gli esuli di Istria e Dalmazia rappresentano una comunità molto numerosa anche nella nostra città», ha detto il sindaco Tosi, «testimoni, anche diretti, degli avvenimenti che hanno visto circa 300.000 persone cacciate dai propri territori con violenza e minaccia di morte. Un fenomeno di cui vari governi italiani si sono vergognati per decenni. Una vergogna fondata sul non aver difeso e protetto la comunità italiana in quei luoghi, cacciata dalle abitazioni quando non addirittura sterminata, la vergogna per non aver impedito un simile scempio. Dal 2004, finalmente, grazie all’istituzione della legge da parte del Parlamento abbiamo l’occasione, se non di restituire una casa, una vita e una dignità, quantomeno di ricordare, affinché episodi come questo non si ripetano mai più».

Al termine degli interventi si è svolto lo spettacolo «Giulia» di Michela Pezzani, presentato dalla compagnia Teatro Impiria (la cui recensione si trova in altra parte del giornale), introdotto dal professor Davide Rossi. Le celebrazioni si sono aperte con l’inaugurazione della mostra fotografica «Dedicata al Ricordo», a cura del Comitato Provinciale di Verona dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, con la consulenza storica e i testi dello storico e scrittore Guido Rumici. La mostra, della sala Buvette della Gran Guardia, resterà aperta al pubblico oggi, dalle 9 alle 20.

(fonte www.larena.it 8 febbraio 2013)

 

 

 

Nella foto di repertorio, l’inaugurazione nel 2012 della lapide che ricorda a Verona la prima, precaria sistemazione dei profughi giuliano-dalmati (foto www.larena.it)

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