Una splendida serata ispirata dalla “Musica dell’Istria”

Ecco come Sergio Endrigo ricordava in modo struggente la sua Pola, città istriana lasciata nel 1947, a bordo della motonave “Toscana”… La nave dell’esodo. L’Endrigo esule aveva 13 anni…
La mia era una città di mare, allora ancora odorosa di catrame e di spezie, di fritti e di maree. Il mare – scrive Endrigo – era limpido come cristallo, brulicante di pesci e il cielo era puro, attraversato da uccelli, ma tutto questo non fa la felicità degli uomini. Il destino (o la stupidità) l’hanno svuotata lasciandola intatta e identica per anni e anni. Sono cambiati i nomi delle vie ma non i numeri. E’ cambiata la lingua della gente che l’ha di nuovo riempita di arti e mestieri, di gioie e dolore, ma i muri e i moli sono rimasti gli stessi. Guai a tornarci: sarebbe come perdere la memoria coltivata a lungo, con tenerezza. Meglio ricordarla com’era la mia città, con i vecchi e i giovani abitanti fermi nella fissità del tempo, a volte allegra, a volte spaventosa.
Claudia Endrigo, la figlia del cantautore morto nel 2005, nell’inviarci lo scritto del papà, commenta:
“E’ così che mio padre descriveva Pola nella sua biografia romanzata, pche purtroppo non ha mai terminato. Alla sua città natia regalerà anche un brano struggente, “1947”, come dichiarato in più interviste lo aveva scritto pensando agli adulti e agli anziani costretti a lasciare la propria terra condannati a una vita da esuli. Ha dichiarato inoltre che si era resoconto della tragedia dell’Istria molto più avanti nel tempo. Quando fece l’ultimo viaggio con il “Toscana”. non si era reso conto di quanto stesse effettivamente accadendo alla sua terra. Ci tornerà, ma non molte volte perché, come da lui descritto non c’era più niente che lui riconoscesse come suo, ma sono fermamente convinta che è rimasta sempre nel suo cuore”.
Queste parole di Claudia Endrigo sono state uno dei momenti forti dell’incontro “La Musica dell’Istria” tenutosi sabato 4 maggio nella sala cultura del ristorante Perché di Roncade (TV).
Istria, una storia lunga, lunghissima anche in termini di musicali, come ha sottolineato Martina Vocci, giornalista di Tv Capodistria che ha ricordato personaggi come Andrea Antico da Montona, che rivoluzionò l’editoria musicale nel ‘500. O il compositore Antonio Smareglia compositore dell’800 che scrisse l’opera “Nozze istriane”. O il grande Giuseppe Tartini di Pirano, figura di prim’ordine nella storia della musica strumentale italiana. E poi il pianista Luigi Dallapiccola, nativo di Pisino.
Arrivando poi ai contemporanei (Piero Soffici e suo figlio Roberto, rovinai che hanno lasciato un segno nella musica leggera italiana), la zaratina Wilma Goich…
Ma il momento più alto dell’incontro sono state le esecuzioni alla viola di Francesco Squarcia, fiumano esule che a Roma ha fatto parte per 35 anni dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Santa Cecilia di Roma. Il musicista e cantautore ha conquistato il centinaio di presenti con brani di Tartini, di Brahms e con le sue versioni viola e voce in contemporanea dei brani “1947” di Endrigo e “Il mio mare”, il cui testo è stato scritto da Abdon Pamich. Struggente il “Va pensiero” con solo viola. Abdon Pamich: “Il mio mare”. Pamich quest’anno ospite d’onore… perché a Roncade ormai si sente come in famiglia.
Italia Giacca, coordinatrice veneta dell’ANVGD, ha già annunciato che i temi da sviluppare il prossimo anno potrebbero essere il teatro o il cinema legati all’Istria.
A sorpresa fra gli ospiti è arrivata anche Giuliana Donorà, figlia di Luigi Donorà, un appassionato ricercatore di musica popolare che ha salvato molti brani, anche di musica sacra popolare, dell’Istria. Un capitolo a parte lo hanno meritato le “bitinade” di Rovigno. Per me e Martina è stato bello narrare storie e aneddoti legati alla musica istriana… ai suoi personaggi. Ai suoi riti.
Poi la bella cena istriana curata da Anna Maria Pellegrino, insieme a Luca Boldrin del Perché. E a Francesco Salamon per l’organizzazione. Già l’aperitivo all’imbrunire nella terrazza delle volte valeva la serata…
Renato Malaman
Fonte: ANVGD Venezia – 09/05/2024
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