Pienone di pubblico e tanta commozione allo spettacolo “L’Esodo dimenticato”

Nel tardo pomeriggio di sabato 2 marzo la Sala Rossa del Comune di Savona brulicava di gente, tantissimi in piedi  anche nei corridoi, nessuno ha voluto rinunciare a un evento tanto atteso e bello: qualcuno si era partito da Albenga e dalle Bormide!

Tutto il tempo dell’evento “L’Esodo dimenticato” è stato pervaso da intensa commozione.

Dopo l’introduzione del Presidente del Comitato Provinciale di Savona dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Valter Lazzari, il quale ha esortato a una maggior consapevolezza dell’italianità di quei luoghi, quando ci si reca a fare turismo, e dopo il saluto del Sindaco Marco Russo (lui e il Commissario Prefettizio di Vado Ligure Maurizio Gatto si sono goduti l’intero spettacolo), tutti attentissimi ad ascoltare la giovane ricercatrice triestina Giovanna Penna (Istituto Regionale della Cultura Istriano- fiumano-dalmata). Ha raccontato le terribili condizioni dei CRP (Centri di Raccolta Profughi) dove non pochi furono i decessi di bambini e vecchi a causa dei freddi inverni 1955 e ’56.

«Al campo di Padriciano si era scesi a meno venti. La mattina i bimbi deceduti venivano furtivamente portati via avvolti negli scialli. Turbe psichiche, impazzimenti, suicidi: come può una madre perdonarsi un simile accadimento?».

Poi si è proseguito con la Liguria, ossia i luoghi di arrivo, le difficoltà, sempre una grande dignità e i tanti episodi di solidale accoglienza. Canti, letture di poesie e testimonianze di esuli che si insediarono nella nostra provincia. La Liguria è stata la regione d’Italia che in proporzione ha assorbito il maggior numero di profughi.

I versi di Pietro Baccino e Laura Bacchetta, voce narrante Gabriella Bianchi, erano sapientemente inseriti n un contesto di grande equilibrio. E poi naturalmente le voci dei due cantanti lirici Linda Campanella e Matteo Peirone (di origini fiumane), dove il pianoforte di Andrea Albertini e il violoncello di Arianna Menesini (anche lei, esule di seconda generazione, con ascendenze a Lussinpiccolo) hanno conferito elevata qualità alla performance.

Il coinvolgimento e gli occhi lucidi in tutti hanno accompagnato l’intera serata (due ore!).

Ma forse il momento di maggior pathos si è riscontrato quando in chiusura tutto il pubblico, in piedi, ha cantato il “Va’ Pensiero”, il canto della giulianità che era risuonato nell’arena di Pola la sera di Ferragosto del 1946, quando quasi tutta la popolazione (28mila su 33mila) stava per abbandonare per sempre la città.

L’ANVGD di Savona, che solo tre settimane fa già aveva riempito la sala Rossa con il giornalista Fausto Biloslavo, ha nuovamente stupito. La ricerca di testimonianze tra i savonesi, opera soprattutto di Lella Peirone, che è stata necessaria premessa per l’incontro, ha portato all’emersione di tante storie e di tante persone che prima tacevano. Ora gli esuli, o più spesso figli e nipoti, parlano, si aprono, condividono. E crescono gli iscritti all’Associazione.

 

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