Dicono che una persona non è morta, fino a quando qualcuno la ricorda. Ebbene, nella Giornata del Ricordo, sono stati commemorati, fuori da qualsiasi ufficialità i fratelli Giovanni, Ferdinando e Germano Gulin di Umago fatti sparire nel 1946 e i piemontesi Armando Zubin e Aurelio Pincin trucidati nel 1948.
Alla cerimonia di Umago, erano presenti oltre ai familiari dei Gulin, pure il consigliere della DDI di Umago Daniele Fattor che in alcune occasioni ha chiesto al Consiglio municipale di intitolare una via ai fratelli Gulin e Franco Biloslavo presidente della Associazione degli esuli istriani. Nelle poche parole dette dai familiari dei Gulin, prima di lanciare al mare dalla diga foranea di Umago un omaggio floreale, non c’è stata rabbia, ma solo dolore e amarezza per quelle vittime che gli umaghesi rimasti ricordano ancora oggi come innocenti.
Non si erano occupati di politica, né avevano fato del male a qualcuno. Probabilmente sono stati denunciati e liquidati dall’Ozna in quella spirale di terrore che si era creata dopo il II dopoguerra anche contro gli italiani. I Gulin non sono stati trovati in nessuna foiba e la famiglia non ha mai saputo nulla sulla loro sorte. Sono spariti e basta, come tanti altri. Anche innocenti e senza alcun processo.
(fonte “la Voce del Popolo” 11 febbraio 2013)