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Trieste nei servizi occulti di Andreotti e Gelli (Il Piccolo 10 mar)

di Silvio Maranzana

TRIESTE La conferma è arrivata un paio di settimane fa da Licio Gelli, il Venerabile della P2 che in un'intervista ha esplicitamente parlato dell' Anello, un servizio segreto parallelo controllato, secondo le sue dichiarazioni, dal senatore Giulio Andreotti. L'esistenza dell'Anello era emersa in un'udienza dell'ultimo processo per la strage di piazza della Loggia a Brescia. A palesarla il chirurgo Giovanni Maria Pedroni, parigiano nella zona di Trieste e medico di uno degli uomini di spicco dell'Anello, Adalberto Titta ex asso dell'aviazione della Repubblica di Salò di cui raccolse le confessioni.

«I servizi erano pasticciati – raccontò Titta – e questo era un servizio nuovo, estremamente segreto con compiti che non venivano affidati alle strutture ufficiali. Era Andreotti che lo aveva voluto. Quando i suoi uomini avevano bisogno di armi le prendevano dai carabinieri della Pastrengo a Milano». E l'Anello avrebbe avuto un ruolo in tre situazioni cruciali per la Repubblica: la fuga del generale Kappler il massacratore delle Fosse Ardeatine, la liberazione di Ciro Cirillo, la morte di Moro che si scelse deliberatamente di non liberare. Ma per la sua nascita il ruolo fondamentale lo giocò Trieste.

Alla fine del 1943 infatti il generale Mario Roatta che fu comandante della seconda armata in Croazia e che sarà poi processato a Roma assieme al triestino Fulvio Suvich sortosegretario agli Esteri di Mussolini presenta ad alcuni suoi fidati collaboratori un ufficiali di origini polacche che veste la divisa dell'Esercito russo ed è giunto al seguito della rappresentanza sovietica presso il Governo italiano. Si chiama Otimsky e vive a Tel Aviv. Quando Roatta sarà incriminato e arrestato Otimsky prenderà il comando del Servizio formato da uomini dei ranghi militari fascisti. Si chiamerà in gergo l'Anello. Uno dei suoi uomini è il noto investigatore privato Tom Ponzi, nato a Pola, ex repubblichino pure lui, amico di Giorgio Almirante e in stretta collaborazione con il più chiaccherato investigatore di Stato, Walter Beneforti figlio di un colonnello della Guardia di finanza in servizio a Fiume durante il fascismo. Beneforti aveva lavorato nei servizi speciali della polizia americana, era divenuto colonnello della Polizia civile a Trieste e poi vicecommissario aggiunto con il ritorno di Trieste all'Italia. Otimsky assumerà poi un ruolo chiave anche nel Mossad, il potentissimo servizio segreto israeliano.

Ma l'elemto chiave di congiunzione tra Cia, Mossad e reduci della Repubblica sociale è il triestino Nino Buttazzoni, capitano del Genio navale, uno degli uomini del Battaglione Vega della Decima Mas guidata dal principe Junio Valerio Borghese. E' clamoroso come i servizi segreti israeliani abbiano accettato di utilizzare come loro complici anche in funzione antipalestinese quegli stessi fascisti che consegnarono migliaia di ebrei alle Ss. La giovane Marina israeliana ha infatti bisogno nell'immediato dopoguerra di guastatori e mezzi d'assalto e immediatamente il pensiero va alla X Mas e al reparto di incursori italiani che aveva dato dimostrazioni di coraggio proprio contro la marina del Regno Unito, ora principale oppositore del progetto sionista.

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