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Treni e bus bilingui: minoranza slovena si fa largo (Il Piccolo 20 gen)

TRIESTE Prenotare su internet il biglietto del treno per Opcine anziché per Opicina, prendere il bus per Boršt anziché per Sant’Antonio in Bosco, indirizzare una lettera a Zgonik e non a Sgonico? Sarà possibile, almeno dovrebbe esserlo, e in tempi non troppo lunghi. Il Comitato paritetico per i problemi della minoranza slovena ”sonda” i rappresentanti di Trieste Trasporti, Apt Gorizia, Saf Udine, Aeroporto di Ronchi, Fvg Strade, Autostrade per l’Italia, Trenitalia, Rfi e Poste Italiane per l’applicazione dell’articolo 10 della legge 38/2001 che regola l’utilizzo di cartelli e insegne bilingui nelle aree in cui è presente la minoranza slovena. E registra una grande apertura.

L’obiettivo, spiega il presidente Bojan Brezigar, è «dare dignità alla denominazione bilingue delle località e dare l’immagine concreta della presenza di una minoranza». Insomma, priorità all’indicazione del nome della località piuttosto che alla traduzione in sloveno della scritta «non parlare al conducente».

Il Comitato, che si riunirà di nuovo tra un mese, intende indicare al presidente della Regione (cui spetta il compito di emanare i decreti attuativi) proprio le priorità. E, tra queste, spicca la denominazione bilingue dei Comuni e delle frazioni della minoranza nei cartelli stradali, sugli autobus e sui treni nelle fermate o nelle stazioni, ma anche nei supporti informatici. «Riteniamo un servizio essenziale per i cittadini quello di poter prenotare da qualsiasi parte del mondo un biglietto del treno sul sito di Trenitalia potendo digitare il nome Opcine e non solo quello italiano di Opicina».

Discorso analogo per le lettere. Il Comitato chiede a Poste Italiane di prevedere la possibilità di inviare pacchi e lettere nelle località della minoranza scrivendo sulla busta il nome sloveno. «Abbiamo riscontrato grande disponibilità da parte delle società che abbiamo ascoltato pur nella difficoltà burocratica e tecnica che un cambiamento di questo genere comporta» spiega Brezigar. Il processo, comunque, sarà graduale: «Ad esempio il parco vetture delle aziende di trasporto locale viene rinnovato nel giro di 7-8 anni. Magari chiederemo che i primi bus a essere sostituiti possano servire le località in cui è presente la minoranza già con le diciture in sloveno».

Roberto Urizio

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