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Toth commenta la traccia sulle Foibe (Aise 24 giu)

“È sempre un grande segnale che la scuola italiana abbia voluto chiedere ai candidati alla maturità, tra gli altri temi di grande interesse come quello riguardante Primo Levi, anche la vicenda delle Foibe e dell’esodo degli italiani autoctoni dalla Venezia Giulia”. Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth torna a commentare la scelta del Miur che quest’anno, per la prima volta, ha inserito una traccia sulle foibe tra quelle proposte agli studenti che affrontano l’esame di maturità.

“La percentuale relativamente bassa di chi ha affrontato l’argomento – continua Toth – non si discosta molto da quelle degli anni precedenti in materia di storia. I giovani prima di parlare vorrebbero saperne di più. È troppo poco hanno saputo dai libri di testo. Inoltre i giovani hanno anche paura della storia, perché la cattiva politica se l’è mangiata, strumentalizzandola a destra e a sinistra”.

“Certamente – prosegue – se si deve parlare soltanto di stragi e di eccidi, anche le foibe si confondono con le tante stragi italiane, molte delle quali rimaste misteriose e impunite. Se invece la pulizia etnica degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia tra il 1944 e il 1954 si inserisce nel contesto della storia dell’Italia unita, allora sì che un giovane preparato e coraggioso potrebbe affrontarlo senza timore, perché andrebbe dal Risorgimento, interrotto con la conquista di Roma del 1870 che lasciava fuori la Venezia Giulia e il Trentino, alle ragioni della Prima guerra mondiale, agli equilibri politici dell’Italia di allora, ai trattati con i quali quelle terre furono assegnate al nostro Paese in epoca ancora liberale, al fascismo al tragico epilogo della Seconda guerra mondiale, resistenza e liberazione compresa che nel nord est assunse connotati del tutto diverso dal resto del Paese”.

“Se su questi interrogativi le aule scolastiche sono state silenti, – commenta Toth – è ovvio che un ragazzo serio non può sentirsi preparato e tema di sfociare in spinose polemiche ideologiche. La proposizione comunque della traccia per la maturità diventa quindi uno sprone ad approfondire la vasta tematica che questa tragica vicenda propone per la stessa unità del Paese per la sua responsabilità verso l’Europa sud-orientale che giustifica gli interventi positivi dell’Italia democratica nei Balcani negli ultimi vent’anni. L’ignoranza della storia e della geografia, ormai caratteristica delle nostre scuole, rende incomprensibile anche il presente. Sono lodevoli, per questo, quei tremila ragazzi che comunque ne sapevano qualcosa”.

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