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Tonnellate di corallo rubate alle Incoronate (Il Piccolo 19 nov)

SEBENICO A lanciare la denuncia è stato Petar Kruzic, responsabile del Laboratorio di Biologia marina operante nell’ambito della facoltà zagabrese di Scienze naturali e matematiche. «Nelle acque della Dalmazia Centrale, specie in quelle del Parco nazionale delle Incoronate, si sta facendo piazza pulita di colonie di corallo rosso – ha rilevato – causando gravissimi danni a un ambiente naturale che dovrebbe essere rigorosamente tutelato».
Kruzic, che da 10 anni sta effettuando ricerche sul prezioso corallo rosso, ha mostrato ai giornalisti le foto scattate un anno fa sui fondali delle Incoronate e del Parco naturale di Telascica (Isola Lunga), che ritraevano otto splendide colonie di Corallium rubrum. Immersosi poche settimane orsono con i suoi collaboratori nelle stesse aree, Kruzic ha avuto l’amara sorpresa di trovare fondali completamente deserti, con i coralli asportati e finiti chissà dove. «È uno scandalo, una vergogna – afferma il biologo marino –, verificatisi per giunta in zone che dovrebbero essere controllate da chi di dovere, per impedire un simile scempio». Secondo voci ufficiose riportate da Kruzic, solo negli ultimi 12 mesi nelle aree delle Incoronate, di Telascica, Ugliano ed Eso (Iz in lingua croata) sono state portate via illegalmente almeno 4 tonnellate di corallo. Se si tiene conto che il suo prezzo raggiunge in Croazia i 500 euro al chilo, è facile calcolare come i corallieri abusivi abbiano intascato qualcosa come 2 milioni di euro.

«Da informazioni attendibili ma non ufficialmente confermate – ha concluso Kruzic – siamo venuti a sapere che probabilmente 500 chili hanno preso la via di Zagabria mentre il restante malloppo sarebbe stato piazzato sul mercato italiano, dove un chilo di corallo rosso può costare fino a mille euro». Il direttore del Parco nazionale delle Incoronate, Neven Baus, è caduto dalle nuvole nell’apprendere la denuncia di Kruzic: «Non posso confermare né smentire queste affermazioni, in quanto non so nulla su eventuali estrazioni illecite di corallo. Il nostro parco ha a disposizione due battelli per il pattugliamento delle acque e cinque persone incaricate di controllare che non vi sia nulla di abusivo. Ebbene, non hanno notato nulla d’insolito negli ultimi mesi». Sono 11 i corallieri che in Croazia possiedono la regolare licenza per l’estrazione e tra questi vi è Andrija Sciavina di Vodizze, nel Sebenzano. «Per esercitare l’attività serve intanto un’attrezzatura di migliaia di euro.

Bisogna agire di giorno – spiega – e secondo me è impossibile che nessuno al Parco nazionale delle Incoronate non abbia visto proprio niente quando si distruggevano le colonie. Credo proprio che i corallieri abusivi abbiano agito con le spalle protette». Sciavina ha aggiunto che quest’ anno ha lavorato poco, dato che attende l’attrezzatura nuova, del costo di 8mila euro. Ogni anno riesce a cogliere circa 200 chilogrammi di corallo. Sempre in riferimento alle voci ufficiose, si parla che la devastazione alle Incoronate e a Telascica siano opera di un ex agente di polizia croato. All’oscuro di tutto anche la Questura di Sebenico, come conferma la portavoce Marica Kosor.
Andrea Marsanich

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