Testimonianze e ricerche per realizzare i valori del Giorno del Ricordo

Dopo le chiusure e le restrizioni della pandemia, la Casa del Ricordo è tornata a riempirsi nel suo primo appuntamento del 2023, la conferenza dedicata al Giorno del Ricordo organizzata dal Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia insieme alla Società di Studi Fiumani, le due sigle cui Roma Capitale ha affidato la gestione della struttura.

All’inizio dell’incontro particolarmente graditi sono risultati i saluti dell’attrice Isabel Russinova, la quale ha illustrato ai presenti il film, alla cui realizzazione ha collaborato, “Volti della memoria”, una nuova raccolta di testimonianze dell’esodo giuliano-dalmata realizzata dall’Associazione delle Comunità Istriane, e di Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma. Quest’ultimo ha sottolineato l’importanza di recuperare e inserire nella più ampia cornice delle stragi del Novecento europeo anche le foibe ed il conseguente esodo giuliano-dalmata.

Il Vicepresidente del Senato della Repubblica Maurizio Gasparri ha quindi aperto i lavori che hanno vissuto subito un momento di grande emozione con la testimonianza dell’esule istriana Lidia Bonaparte, la quale ha raccontato i suoi ricordi di bambina che trascorreva l’estate a Dignano non lontano dalla natia Pola e visse con allegria e sorpresa l’apparizione di uomini con la stella rossa sul berretto che ballavano e cantavano nella piazza del paese. In famiglia era tutt’altro l’umore e lei ben presto comprese quel che stava succedendo allorchè i nuovi arrivati fecero sparire il padre di un’amica: nel primo viaggio compiuto dalla motonave Toscana per partire i polesani in Italia, a bordo c’era anche lei con i suoi parenti, tra cui la madre incinta. Il padre ferroviere aveva avuto notizia di un possibile alloggio a Roma, ma lo trovarono già occupato, sicché iniziò una peregrinazione che sarebbe terminata con il soggiorno nel campo profughi allestito o per meglio dire improvvisato negli scantinati della stazione Termini. Le coperte che facevano da separatori in assenza di pareti, la mancanza di intimità e le ristrettezze vissute prima di trovare un appartamento sono ricorrenti nei ricordi degli esuli, ma sempre toccanti e struggenti e la signora Bonaparte è stata particolarmente spontanea e coinvolgente nella sua testimonianza.

Marino Micich, direttore del Museo Archivio storico di Fiume, ha quindi evidenziato l’importanza delle ricerche storiche in merito alle stragi delle foibe, ricordando un lavoro svolto dalla Società di Studi Fiumani già parecchi anni or sono sulle vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni: «Il progetto era stato fortemente voluto da Amleto Ballarini – ha spiegato Micich – ed abbiamo avuto modo di accedere agli archivi di Zagabria, ove abbiamo trovato gli incartamenti del movimento di liberazione comunista jugoslavo. Ebbene, con riferimento all’Istria si traduce facilmente dal croato che l’obiettivo era l’allontanamento della comunità italiana, non si fanno riferimenti specifici ai fascisti locali, bensì si prefigura un attacco a una componente nazionale nella sua interezza» Documenti e puntuali ricostruzioni di queste vicende si trovano nel nuovo libro che Micich assieme a Giovanni Stelli, Emiliano Loria e Pier Luigi Guiducci ha di recente pubblicato con Aracne, Foibe, Esodo, Memoria. Il lungo dramma dell’italianità nelle terre dell’Adriatico orientale (Roma 2023).

Verrà conferito sabato prossimo il Premio Dignità giuliano-dalmata nel mondo, istituito dal Comune di Assisi insieme alla Società di Studi Fiumani ed all’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio, a Donatella Schürzel, presidente del comitato provinciale di Roma e vicepresidente vicario nazionale dell’Anvgd per il suo grande e qualificato lavoro culturale e associativo: «Sono orgogliosa di questo premio – ha dichiarato nel suo intervento la professoressa Schürzel – che si affianca alla medaglia della Presidenza della Repubblica che è stata attribuita al progetto Dante Adriaticus, un itinerario alle radici dell’italianità nell’Adriatico orientale. Ricerche e documentazione servono a fornire quelle prove inoppugnabili con cui possiamo dimostrare il radicamento dell’italianità autoctona in Istria, Carnaro e Dalmazia e scrivere in maniera corretta e puntuale le pagine di storia del confine orientale che sono state a lungo trascurate» Oltre agli autorevoli rapporti istituzionali che l’Anvgd ha in Italia, è stato evidenziato che si consolidano sempre più le collaborazioni con le organizzazioni dei nostri connazionali in Slovenia e Croazia, con l’obiettivo di ricomporre ciò che i totalitarismi del Novecento e l’Esodo hanno smantellato.

Tirando le conclusioni di questo incontro dedicato a “La Legge 92/2004 e i valori del 10 Febbraio: non dimenticare il dramma dell’esodo giuliano-dalmata” il Senatore Gasparri ha ricordato le sue due ultime iniziative parlamentari in materia: la richiesta di incentivi ai Viaggi del Ricordo e la modifica del regolamento che presiede all’attribuzione dell’onorificenza della Repubblica Italiana che fu assegnata a Tito e che attualmente risulta non revocabile post mortem. «Ero un giovane militante politico quando manifestavo contro il trattato di Osimo – ha ricordato Gasparri – e da allora ho sempre avuto a cuore la causa giuliano-dalmata. La Legge del Ricordo è stata necessaria affinché questa storia diventasse patrimonio condiviso nella comunità nazionale, anche se c’è chi continua a negare, minimizzare e giustificare. Spiace davvero che simili autori riescano a trovare spazio presso editori prestigiosi come Laterza, ma questo significa che l’impegno per tutelare il Giorno del Ricordo rientra in una più ampia battaglia culturale e patriottica che intendo portare avanti»

Lorenzo Salimbeni 

 

 

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