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Sul “nodo Divaccia” Jansa finisce sotto tiro (Il Piccolo 05 lug)

«Il governo conduce Luka Koper su un binario morto». Con questo titolo sparato a nove colonne in prima pagina il Dnevnik, quotidiano di Lubiana, presenta l’avvenuta costituzione a Trieste del Gruppo europeo di interesse economico (Geie) per la realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità (Corridoio 5) Trieste-Divaccia da parte della Commissione intergovernativa tra Italia e Slovenia. La tratta potrà usufruire di 50 milioni di euro per la progettazione dell’opera, lunga 21 chilometri e che costerà 1,3 miliardi di euro (il costo della tratta slovena sarà di 300 milioni di euro) i cui lavori inizieranno nel 2015.

 

Secondo il Dnevnik il governo Janša è pronto a investire nella Trieste-Divaccia mentre rinuncia al raddoppio della linea ferroviaria Capodistria-Divaccia per la quale non ci sono i finanziamenti e di cui occorrerà avviare una nuova fase progettuale. Certo, scrive il quotidiano di Lubiana, la Trieste-Divaccia sarà importante per il collegamento della Slovenia con il Corridoio 5 ma questa scelta «sarà nociva per gli interessi strategici del Paese». Il porto di Capodistria, infatti, verrebbe pesantemente penalizzato a favore di quello di Trieste che avrebbe un collegamento diretto con il Corridoio 5.

 

Il potenziamento della Capodistria-Divaccia garantirebbe il transito di 21 milioni di tonnellate di merce all’anno, quantità che il porto di Capodistria riuscirà a raggiungere in tre anni. Quindi non aiuterà certo Luka Koper la modernizzazione dell’unica tratta della Divaccia-Capodistria (spesa prevista 65 milioni di euro) che, a detta del ministro sloveno dei Trasporti Zvonko ‹erna›, dovrebbe essere sufficiente allo scalo del Litorale fino al 2018.

 

«Il governo sloveno invece di impegnarsi a reperire 1,3 miliardi di euro per la seconda tratta Divaccia-Capodistria – si legge – apre le porte all’Italia diretta concorrente nella realizzazione di infrastrutture ferroviarie. «Credetemi – afferma una fonte coperta dall’anonimato – gli italiani non hanno interesse che i treni da Capodistria, attraverso Trieste ritornino il Slovenia. Loro li instraderanno lunga la direttrice della Pontebbana che collega l’Italia all’Austria e a oggi utilizzata solo al 30%». L’unica voce del Ministero dei Trasporti sloveno afferma che «non è detto che Italia e Slovenia saranno in grado di preparare tutta la documentazione progettuale entro il 2015».

 

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