Stridone. Luci e ombre d’artista

La piccola località dell’Istria nord-occidentale e le sue bellezze raccontate negli scatti in bianco e nero del noto fotografo Slađan Dragojević.

Ritornano gli scatti velati di mistero di Slađan Dragojević, in quel suo mondo bianco e nero che si distingue particolarmente per l’atmosfera antica riproposta in esposizioni digitali sui suoi profili social. Il fotografo professionista, diplomatosi nella vicina Slovenia e con all’attivo numerosi riconoscimenti in validi concorsi fotografici, questa volta ha portato i “visitatori” a Stridone, in un suggestivo viaggio di chiaroscuri che, attraverso tantissime tonalità di grigio, fanno emergere le forme e la tridimensionalità, rendendo così più nitide le ombre, grigie o nere, facendole assumere la stessa importanza dei soggetti immortalati che le producono, diventandone parte fondamentale. L’antica Stridone, conosciuta anche con il nome di Sdregna, si trova a 427 metri sopra il livello del mare ed è un insieme di case di cui alcune ancora con i tetti ricoperti da lastre di pietra. Poche case con un antico passato, che passa dai Celti ai Romani, ai Longobardi (Sdregna), ai Patrarchi d’Aquileia e dal 1420 ai Veneziani e nella quale la famiglia Gravisi si fece costruire pure un palazzo.

”Stridone è un villaggio del Comune di Portole. Da Buie, dove abito, ci sono una ventina di minuti di piacevole guida in macchina, non troppo veloce. Lì abita pure un mio caro amico, Paolo Nežić, fisarmonicista di fama mondiale. Quando ho corso da Buie a Osijek, Paolo mi ha accolto con la sua fisarmonica in un concerto che ha incantato tutta la città slavone. Oggi si diverte a suonare nel suo ristorante. Dalla sua taverna parte una strada stretta, ma asfaltata, che porta a Pinguente”, racconta Dragojević, ricordando gli anni 80-90 del secolo scorso, quando veniva citato in tutte le testate giornalistiche come uno dei migliori sportivi a livello mondiale nella corsa.

Ombre che prendono vita

L’Istria, che amore!

Oggi, dopo aver viaggiato per tutto il mondo, con le sue fotografie dimostra come l’Istria possa diventare amore a prima vista; un sentimento che cresce scoprendo tutte le sue bellezze, il suo cuore e l’anima. Sono numerose le località di questa terra ricca di tradizioni, mare cristallino, vigneti soleggiati e terra rossa che il fotografo ha immortalato ritraendo paesaggi ricoperti di boschi di pini e prati, colline con vigneti e antichi borghi, piazzette ed edifici in stile veneziano. Negli scritti che accompagnano le sue opere vengono spesso nominati interessanti siti storici e culturali, le tradizioni che si incontrano a ogni passo, ma pure la cucina istriana, con l’olio d’oliva, la pasta fatta in casa, gli ottimi vini e molte altre peculiarità culinarie, come il tartufo o il prosciutto istriano.

La chiesa dedicata a San Giorgio

Oltre il bosco

”Imboccata la strada, dopo poche centinaia di metri, sul lato destro c’è una strada forestale che non ho mai percorso fino a poco tempo fa: mi hanno detto che da qualche parte nella foresta c’è una cappella che vale la pena visitare. Bisogna essere un po’ caparbi e anche coraggiosi, perché la strada conduce attraverso un bosco di pini dove si respira tanta pace e tranquillità, ma nel quale ci sono pure vari animali non sempre ben disposti nei confronti dell’uomo. Dopo una ventina di minuti di cammino, il bosco si apre e la cappella riluce in tutto il suo splendore. Igor Benčić e la sua famiglia vivono a Stridone da molto tempo: è un ottimo conoscitore della sua zona e in particolare della chiesetta. Infatti, vicino a questa, abitavano suo padre, Salvatore Valentino Benčić e prima di lui suo nonno, Agusto, detto Agustino. Quelle poche case che oggi sono totalmente devastate erano un piccolo villaggio chiamato Benčići, da cui proviene anche Igor. Il suo fratello maggiore, Ilario, amava gli animali e aveva persino una carrozza decorata. La cappella potrebbe essere stata eretta dal Santo patrono degli insegnanti e degli studenti, San Girolamo, anche se Igor non ne è sicuro, ma ha promesso di chiedere ulteriori informazioni a sua zia, nativa di Stridone, che oggi vive a Trieste. A circa due chilometri dalla cappella, sempre attraverso il bosco, la strada conduce a Pietra Pelosa, con il suo castello recentemente restaurato. Nel 1440 i Veneziani infeudarono la famiglia Gravisi del possesso di Pietra Pelosa e Stridone, che faceva parte del territorio della Signoria, ne seguì la sorte. Igor mi ha raccontato che i suoi antenati erano al servizio della famiglia Gravisi, proprietaria del maniero”, ha concluso Dragojević.

La chiesa della Madonna della Neve

Con gli auspici di San Girolamo

La storia di Stridone racconta che si tratta della patria di San Girolamo, nativo di una Stridone, però mai del tutto identificata con sicurezza con la Stridone istriana. L’attuale parrocchia asimmetrica con abside poligonale e dedicata a San Giorgio sorge nel luogo in cui esisteva un edificio di culto più antico, intitolato a San Girolamo e distrutto nell’Ottocento. Il campanile, che si affaccia sulla piazzetta, discosto dalla chiesa, venne completato in pietra calcarea bianca nel 1887. Il fotografo, infine, ha nominato pure la chiesa-santuario della Madonna della Neve, sita nel villaggio vicino di Cepici e costruita nel 1492 in stile gotico: ad attirare la sua attenzione è stato l’interessante contrasto tra l’imponente edificio in pietra scura e il verde della natura circostante nel quale la chiesa è immersa.

L’Interno della chiesa di San Giorgio

Erika Barnaba – 27/10/2021

Testo e fotografie tratti dal sito La Voce del Popolo

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