ANVGD_cover-post-no-img

Sloveni a Menia: Crepaldi, nessuna prevaricazione (Il Piccolo 08 ott)

«Abbiamo assistito ad un intreccio simbolico della lingua italiana, giustamente ed indiscutibilmente predominante in quanto lingua della maggioranza della città e dei fedeli presenti, con i passaggi in lingua slovena e con il latino, quest’ultimo “lingua franca” della Chiesa – è il pensiero del consigliere regionale della Slovenska skupnost, Igor Gabrovec, intervenuto sulla liturgia di domenica scorsa a San Giusto -. Non c’è stata forzatura o prevaricazione. La stessa omelia del vescovo va vista come un manifesto programmatico che disegna un pastore deciso e determinato. Dispiace perciò prendere atto di questo “benvenuto” al nuovo vescovo, riservato da un illustre esponente istituzionale». Ovvero il sottosegretario Roberto Menia, che Gabrovec definisce «non nuovo a simili sceneggiate».

Sulla stessa lunghezza d’onda, il segretario regionale dei Comunisti italiani, Stojan Spetic: «Menia non è nuovo a queste cose. Anche in altra occasione, qualche anno fa, aveva rumoreggiato nella cattedrale di San Giusto e se n’era pure andato per non ascoltare preghiere e canti nella lingua della minoranza slovena. Stavolta però ha superato il limite. Il suo odio antisloveno ha velato la sua vista a tal punto che non ha potuto vedere di avere tra le mani la traduzione delle preghiere e dei brani del Vangelo. Che vergogna essere rappresentati al governo da chi non è in grado di porre un limite ai suoi pregiudizi». «L’insediamento del vescovo è un evento importante per la città. Ritengo inopportuno – si schiera Roberto Sasco dell’Udc – creare delle contrapposizioni, basate su vicende ormai dimenticate dalla storia. Ci vuole buon senso».

Il vicesegretario provinciale del Pd, Alessandro Carmi, riflette su passato, presente e futuro: «I vescovi Lorenzo Bellomi ed Eugenio Ravignani in tanti anni hanno regalato alla chiesa e alla città un grande lavoro di attenzione verso tutte le nostre storiche comunità. Il vescovo Giampaolo Crepaldi, nel suo insediamento di domenica scorsa con una liturgia equilibrata, ha continuato su questo percorso. La Trieste del terzo millennio deve guardare avanti, diventando patria del dialogo come ci indicò Papa Giovanni Paolo II nella sua visita in città nel 1992».

Infine, Salvatore Porro (Dc-autonomie), che esprime «totale solidarietà e fiducia al nuovo vescovo». (m.u.)

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.