Si è spenta l’esule fiumana “Mery” Nacinovich, madre di Umberto Smaila

«Lacerato dal dolore», il suo «unico, amatissimo figlio Umberto» ne annuncia la perdita come quella di «una immensa persona, lei era il mio faro». Parlando di sé, della sua storia da film, l’«adorata mamma» Giuseppina «Mery» Nacinovich Smaila diceva: «Il mio cuore è a Fiume dove sono nata, ma la mia città è Verona. Abitammo prima ai Filippini e poi a Santa Lucia, non me ne voglio più andare. Verona ci ha accolti, ci ha voluto bene. Ho insegnato per una vita nelle scuole scaligere e qui voglio restare». È stata di parola fino all’ultimo istante di vita, la carismatica mamma di Umberto Smaila (qui l’intervista al nipote Rudy): se n’è andata sommessamente a 95 anni compiuti lo scorso 17 marzo nella «sua» Verona, dove si era trasferita nel 1949 dopo essere uscita da Fiume. Reduce dall’orrore delle Foibe di cui è divenuta poi testimone vivente e su cui ha scritto un libro «per non dimenticare», con lei all’epoca furono circa 800 gli esuli fiumani approdati a Verona, al campo profughi nell’attuale chiostro di via San Francesco. 

 

I funerali nella chiesa di Santa Maria Regina in via Pancaldo

 

L’ultimo saluto le è stato dato nel pomeriggio di giovedì 25 novembre nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Regina in via Pancaldo e dopo la cerimonia si proseguirà per il cimitero di Chievo. In tanti la ricorderanno, a partire da intere generazioni di studenti: Giuseppina «Mery» ha fatto la maestra per 40 anni, in diverse zone della provincia e infine a Verona. Ultimo incarico alle Uberti, in Borgo Milano. Umberto, il suo «adorato unico figlio», è nato in Valdonega, ha svolto le elementari tra Golosine e corso Milano, seguendo i trasferimenti dei genitori. Dopo le medie ha frequentato il liceo classico Maffei: «Poi si è iscritto a Giurisprudenza a Bologna, ed era anche bravo», raccontava di lui mamma Mery, «ma gli piaceva di più cantare». Una carriera a cui la signora Nacinovich non si è mai sottratta: parlando in tv dei Gatti di Vicolo miracoli, si definiva «un po’ la mamma del gruppo di comici, che per me sono diventati quasi secondi figli, erano soliti riunirsi a casa nostra per le prove e io preparavo i biscotti». 

 

L’amore verso l’unico figlio

 

Il suo cuore, però, era tutto per l’Umbertone nazionale: «Sono tanto orgogliosa di lui, la passione per lo spettacolo l’ha ereditata un po’ anche da me e mio marito che, pur gestendo un’officina meccanica, aveva vinto a Roma un concorso canoro». Se n’è andata serenamente, mamma Mery: di lei, dopo il primo lockdown a giugno del 2020, Umberto rivelò: «Mia mamma viaggia verso i 95 anni e ha avuto una disavventura. Era stata portata in ospedale per sospetto di Covid19, il tampone è stato poi negativo, però si può capire bene cos’abbiamo passato vista la distanza e la situazione degli anziani. Aveva altri problemi, insomma, così è stata ricoverata in un altro reparto. Quei problemi li ha risolti. E il 3 giugno ci siamo potuti rivedere. Non smetteva più di piangere». Il loro, era un «legame inscindibile». E resterà tale per sempre.

 

Laura Tedesco
Fonte: Corriere del Veneto – 25/11/2021

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