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Sgarbi: più soldi per le mostre a Gorizia (Il Piccolo 05 gen)

di STEFANO BIZZI

GORIZIA«Più soldi a Gorizia per le mostre, più soldi a Marino De Grassi per organizzarle». Al termine della visita alle tre esposizioni goriziane dedicate al Futurismo, Vittorio Sgarbi è più che soddisfatto. Non ha dubbi: il livello del trittico organizzato da Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia è alto e non ha nulla da invidiare a eventi molto più pubblicizzati a livello nazionale e internazionale. L’appello è alla Regione, è al presidente Renzo Tondo affinché sostenga le risorse culturali locali preferendole a quelle più costose di imprenditori che vendono pacchetti preconfezionati (leggi Goldin).

«Non avevo idea che a Gorizia ci fossero queste mostre e neppure avevo sentito parlare di quelle di Trieste. Quella giuliana organizzata al museo della Civiltà istriana è utile perché permette di conoscere autori sconosciuti che rimarranno solo grazie alla pubblicazione del catalogo. Questo appuntamento non va visto in chiave politica come esaltazione del fascismo. Va piuttosto visto in chiave artistica come esaltazione di una corrente culturale. La Regione ha investito molto su Villa Manin, ma ha dimenticato due città capoluogo. Tutte queste iniziative andrebbero messe in rete. Si potrebbe promuovere un percorso di un fine settimana che permetta al pubblico di fermarsi a Gorizia, a Trieste e a Passariano».

«Gli impressionisti – aggiunge Sgarbi – sono una minestrina riscaldata. Non è importante che una mostra costi 2milioni di euro e un’altra ne costi solo 300mila. Gli eventi vanno coordinati tra loro e francamente non capisco questa assenza di coordinamento».

Dal punto di vista artistico, per Gorizia la promozione è stata a pieni voti. Riserve sono state espresse solo per l’allestimento della mostra realizzata in castello dal titolo "Futurismo giuliano-Gli anni Trenta. Omaggio a Tullio Crali". Prima di sentenziare «È la più bella mostra mai fatta su Tullio Crali», all’inizio della visita Sgarbi aveva sfoderato tutta la sua schiettezza e, con tono amichevole e goliardico, rivolto a Marino De Grassi aveva osservato: «Gorizia versa in condizioni economiche gravi, vero?». Il sindaco Ettore Romoli, affiancato dall’assessore alla Cultura Antonio Devetag, entrambi amici del critico ed ex parlamentare, aveva spiegato che l’amministrazione aveva fatto il massimo per migliorare quanto più possibile la situazione, ma che l’ambiente presenta ancora dei limiti strutturali che saranno presto superati: «Ho litigato con tutti per questo», erano state le parole del primo cittadino. «È un peccato perché i quadri sono belli e ci sono dei veri e propri capolavori che andrebbero maggiormente valorizzati», aveva ribattuto Sgarbi che, chiusa la sezione dedicata a Crali, nella seconda parte del percorso era poi rimasto folgorato dalle orpere di Raoul Cenisi.

«Questa del castello è una mostra importante che meriterebbe d’essere portata in giro». La sentenza definitiva che ha fatto dimenticare ai politici cittadini la critica sui pannelli espositivi.

Parole di lode sono state espresse anche per le tappe successive. Ai Musei provinciali di Borgo Castello ha trovato ad accoglierlo la sua ex allieva Raffaella Sgubin che lo ha accompagnato oltre che nelle sale dell’esposizione ”Futurismo Moda Design-La ricostruzione futurista dell’universo quotidiano” anche in quelle dedicate alla prima Guerra mondiale e in quelle chiuse al pubblico. Alla Fondazione Carigo ad accompagnarlo sono stati invece il presidente Franco Obizzi e il segretario Giuseppe Bragaglia.

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