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Serbia: il Kosovo non sarà mai indipendente (Il Piccolo 23 mar)

BELGRADO Il ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic ha sottolineato ieri con forza quelle che ha definito le «linee rosse» della politica di Belgrado: no all'indipendenza del Kosovo, no alla centralizzazione della Bosnia-Erzegovina, no all'ingresso nella Nato. Parlando a Belgrado agli studenti dell'università privata Megatrend, il capo della diplomazia serba ha criticato coloro che «guardano ai Balcani attraverso le lenti degli anni novanta». «Loro dicono che esistono tre problemi e propongono le seguenti soluzioni: il Kosovo deve diventare uno stato indipendente, la Bosnia-Erzegovina deve essere centralizzata e tutti i Paesi della regione devono entrare nella Nato», ha detto Jeremic secondo il quale «la dirigenza serba democraticamente eletta non può accettare tutto cio». «Non possiamo accettare un Kosovo indipendente, non possiamo accettare una centralizzazione della Bosnia contro la volontà del popolo e di una entità (Republika Srpska, ndr), mentre la Serbia ha preso democraticamente la decisione di restare militarmente neutrale», ha affermato il ministro degli Esteri.

Compito della Serbia – ha osservato Jeremic – è, attraverso il dialogo con i suoi partner europei e euroatlantici, di prendere decisioni che non siano contrarie alla volontà democratica dei cittadini serbi. «Non sarà facile poichè alcuni nostri partner hanno fortemente radicate posizioni diverse, e noi dobbiamo essere calmi e equilibrati, ma non dobbiamo mai perdere di vista le nostre linee rosse e dove vogliamo portare questo Paese». Le priorità della Serbia – ha concluso Jeremic – restano la difesa dell'integrità territoriale del Kosovo, l'adesione alla Ue, le relazioni di buon vicinato nella regione e lo sviluppo della diplomazia economica.

Intanto proprio la Serbia ha ottenuto dall'Unione europea aiuti per 70 milioni di euro destinati a sostenere le riforme e a finanziare importanti progetti infrastrutturali. Il relativo accordo è stato firmato a Novi Sad dal vicepremier responsabile per l'integrazione europea Bozidar Djelic e dal capo della missione Ue a Belgrado Vincent Degert.

Tali fondi sono stati concessi nell'ambito del programma degli Strumenti di pre-aedesione (Ipa) con i quali la Ue offre assistenza finanziaria ai paesi candidati e a quelli potenzialmente candidati all'adesione all'Unione. Belgrado ha presentato lo scorso dicembre la domanda di candidatura per entrare nella Ue.

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