Scomparsa a Melbourne l’esule fiumana Edith Bula

Era nipote di Anna Rosenfeld, la famosa Bella ebrea che gestiva in Cittavecchia un negozio di giocattoli

Apprendiamo dal fiumano esule in Australia Sergio Cszar, che in data 31 maggio è deceduta a Melbourne la signora Edith (Editta) Sors, in Bula, nipote di Anna (detta Netty) Rosenfeld (famosissima tra i fiumani d’anteguerra come la Bella ebrea per il negozio di giocattoli che gestiva in Cittavecchia al piano terra di Casa Levi) e Sigismondo Neumann (Emporio Sigismondo Neumann). Era nata a Fiume il 19 febbraio del 1923. Dal 7 marzo del 1951 viveva a Melbourne, Stato di Victoria, Australia, dove era arrivata a bordo della nave Ugolino Vivaldi con suo marito, l’architetto Alessandro (Sandro) Bula, nato a Volosca.
Edith, ex-interprete, parlava sei lingue – italiano, inglese, croato, tedesco, ungherese e francese, ma non dimenticò mai il dialetto fiumano. Il figlio Michael (Michele) Leopold Bula, avvocato e notaio con 40 anni di esperienza, iscritto nell’elenco del Consolato Generale d’Italia a Melbourne, italiano e francese, ha sempre condiviso l’interesse per le lingue con sua madre e suo padre, è nato il 15 giugno del 1958, Festa di San Vito e Modesto.
Edith Sors, in Bula, esule in Australia, abitava a Fiume in via Angheben, vicino alla Pescheria. Suo padre Victor, noto commerciante, era nativo di Zagabria; sua mamma, Alice Neumann era di origine ungherese. Durante l’occupazione dei tedeschi, grazie all’interessamento del vescovo di Fiume, riuscì a scappare da Fiume insieme ad altri ebrei evitando così di finire in un campo di sterminio. Morì a New York.
Il marito di Edith, l’architetto Alessandro Bula, laureatosi a Zagabria tornò a Fiume nel 1941 per avviare un’impresa di costruzioni. Successivamente venne confinato dai tedeschi. Tornò a Fiume nel 1945 a guerra finita, ma poi la lasciò per sempre assieme a Edith. Si fermarono per un periodo a Trieste, successicamente si trasferirono a Venezia e infine decisero di emigrare in Australia. Dovette adattarsi e fare il carpentiere fino a quando non riuscì a mettersi in proprio, gestendo una grande impresa di costruzioni nell’amministrazione della quale la moglie lo coadiuvava. La sorella di Edith, Enrica Sors, pure lei esule, viveva a Chiavari.
La nonna di Edith, la Bella ebrea gestiva all’epoca un bazar all’angolo di Via Simonetti con Calle dei Tre Re (l’edificio progettato dal celebre architetto Carlo Conighi, oggi in via Janeza Trdine civico 9), nelle immediate vicinanze dell’allora Calle del Tempio. Era il più fornito negozio di mercerie della città e tra le tante cose che vendeva la facevano da padrona i giocattoli (automobiline, soldatini di piombo…). Molti fiumani oggi anziani, ma a quei tempi bambini, ricordano ancora la nonna di Edith Bula come una donna stupenda, dai capelli ricciuti, dagli occhi scuri e dallo sguardo vivace e penetrante, dal sorriso immediato e invitante, sveltissima e intuitiva, raffinata con i clienti e dolce con i bambini.
In uno scritto dialettale del nostro assiduo collaboratore Alfredo Fucci, scomparso anni or sono, lui la ricordava così: “La Bella ebrea gaveva botega de giogatoli vicin la calle del Tempio e mi andavo là a comprarme le macchinine, con le lirete che me fazevo dar da mia nona. Entravo, la commessa me serviva e a ela la vedevo che la compariva su una balaustra in alto e a mi la me pareva così misteriosa e imponente, come che la saria stada una maga de le fiabe. De ela non me posso dimenticar”.

Fonte: La Voce del Popolo – 11/06/2022

Fiume_sinagoga
Calle del Tempio a Fiume
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