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Saro tuona su Udine che invita Scotti (Alphadog 14 mag)

E’ assai curioso che la sinistra udinese abbia organizzato l’annunciata tavola rotonda sulle foibe, – in risposta alle ragionate e circostanziate critiche ricevute per l’intervento del sindaco in occasione del 25 aprile – non solo senza connotare l’evento con il necessario contraddittorio (dovrebbe essere assicurato dalla presenza di una schiera di relatori plurali e pluralisti), ma soprattutto chiamando un relatore che non ha mai taciuto la sua venerazione per Tito, come Giacomo Scotti”, premette il Sen. Saro che rispolvera una poesia dedicata alla nostra fame d’amore, ovvero Tito definito da Scotti "nome proibito gridato anche da noi stirpe italiana nelle battaglie della libertà e ancora Domani forse i posteri ci benediranno perchè lo amammo perchè dicemmo un nome che non è un nome ma coscienza e fortezza”.

Ci si sarebbe aspettati quanto alla selezione dei relatori, se davvero doveva essere una tavola rotonda e non una tavola monologo di colore rosso, “una maggiore apertura, o comunque non una chiusura così ristretta e bocciata dalla storia visto che Scotti predisse, sbagliando, che: “Domani diranno eroici i nostri giorni che portiamo in spalla come un peso consigliandoci di tanto in tanto col cuore guardando spesso a lui (Tito, ndr) per leggerli negli occhi le parole antiche buone di unità, eguaglianza, di fratellanza, del rosso che dovrebbe rivestirci”.

Per Saro “se queste sono le operazioni-verità della sinistra, figuriamoci da che parte sta il revisionismo di cui viene accusato chi osa ricordare i fatti storici ormai fuori discussione. Ci chiediamo chi si voglia riabilitare e quale concetto di libertà si voglia far passare; ci chiediamo se le vicende del confine orientale debbano restare appannaggio di chi ha scritto: “Dire Tito è facile è come dire l’acqua dire il sole un saluto brevissimo di buon augurio”. Forse merita ricordare – aggiunge Saro – che su Scotti, presentato nelle varie occasioni come colui che ha raccontato la verità sulle foibe, era stata anche depositata un’interrogazione parlamentare per chiarire gli aspetti legati alla pensione italiana percepita da Scotti che nel ’47 si trasferì da Napoli, terra natale, alla Jugoslavia titina”. Scotti – continua Saro – è anche colui che, scrivendo delle foibe e delle “responsabilità del fascismo” (indicativa già l’associazione)  definisce la giornata del Ricordo  – il 10 febbraio, commemorazione delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano giuliano e dalmata – “occasione per i nostalgici del fascismo di una massiccia operazione di revisionismo storico e di revanscismo, occasione di una poderosa campagna antislava e di manifestazione di un esasperato nazionalismo-irredentismo di frange politiche italiane, forti soprattutto a Trieste”. 

Non credo proprio – conclude il senatore  – che queste premesse siano una garanzia di pluralismo e credo anche che i cittadini dovrebbero essere informati sull’identikit dei relatori prima di recarsi a una tavola rotonda (gli altri due relatori sono noti) su argomenti così centrali per la nostra storia, che non possono restare vittima di un’impostazione ideologica che troppi morti ha provocato e oggi vorrebbe provocare la morte della storia”. 

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