Nel nome degli antichi romani. Pola copia Verona per ristrutturare la sua Arena, costruita fra il 2 avanti Cristo e il 14 dopo Cristo, nello stesso periodo di quella scaligera la cui data di costruzione non è però così definita. Quale migliore opportunità, per acquisire tecniche di restauro e consolidamento, che sfruttare quelle già attuate da diversi anni nell'anfiteatro scaligero? E così una delegazione di tecnici e di esperti istituzionali fra cui la sovrintendente ai beni archeologici di Pola Narcisa Bolsek Ferri hanno visitato l'Arena di Verona e visionato i progetti di restauri già compiuti dal Comune scaligero. Del gruppo faceva parte anche l'ingegner Antonio Rizzo, della società Ser.co.tec di cui è amministratore delegato Dario Almesberger, che cura i restauri dell'Arena di Pola.
A fare gli onori di casa l'assessore all'edilizia pubblica, Vittorio Dio, che ha illustrato i principali interventi effettuati per l'Arena di Verona, simile a quella di Pola anche se quest'ultima ha mantenuto l'anello esterno di pietra che invece a Verona è rimasto solo con la cosiddetta «ala». «Nel corso di questi anni il Comune ha speso due milioni per sigillare i gradoni, 900mila euro per restaurare e ripulire l'ala e circa tre milioni per ripulire e sistemare la cavea», spiega Di Dio, «con tecniche di restauro che passeremo su supporto informaticio ai nostri colleghi di Pola, per creare un collegamento con le sei città al mondo che hanno un'Arena». I rappresentanti di Pola hanno chiesto aiuto a Verona per sfruttare al meglio le conoscenze acquisite, visto che come quella di Verona anche la nostra Arena si usa per teatro e musica».
E.G.
