31.08.2025 – Successe che a Fiume nell’immediato dopoguerra l’Ozna, il servizio segreto jugoslavo, arrestò e maltrattò un italiano per un furto di gomme d’autoveicolo. Giacomo Ranieri, di fu Giacomo e di Maria Vidich, nato a Fiume il 24 aprile 1902, fu arrestato da agenti dell’Ozna nel mese di aprile del 1948, come emerge dal Questionnaire compilato da tale Rumicy (oppure: Ruminj), funzionario dell’IRO di Roma, agenzia delle Nazioni Unite. Che ruolo ebbe l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia?
L’International Refugee Organization (IRO) era l’Organizzazione Internazionale per i Rifugiati che organizzava le partenze delle navi da Bagnoli, presso Napoli, verso le Americhe e l’Oceania. La presente ricerca si basa sui rari documenti inediti nell’Archivio di Bad Arolsen (Germania), da poco disponibili nel web. La pratica d’emigrazione di Giacomo Ranieri all’Ufficio IRO è del giorno 30 agosto 1949, redatta su carta intestata dell’Associazione Nazionale per la Venezia Giulia e Zara (ANVGZ), Comitato Provinciale di Latina, perché il Ranieri viveva nel locale Campo profughi: Caserma 82. La firma del presidente dell’ANVGZ di Latina è: Orazio Scrobogna. L’ANVGZ era già trasformata in ANVGD, ma si riciclavano i moduli. Il ruolo dell’ANVGD, in quei frangenti dunque, era di aiutare i profughi a compilare la domanda di assistenza IRO.
Giacomo Ranieri fu “arrestato dall’Ozna perché rifiutava (e non lo sapeva davvero) di dichiarare dove l’ex datore di lavoro aveva nascosto gli pneumatici ecc. Maltrattato in carcere” [Arrested by Ozna as refused (and did not know indeed) to state where former employer had concealed tyres etc. Ill-treated in jail]. Cosa c’entrava il Ranieri con gli pneumatici, oggetto di un fiorente mercato nero nell’economia socialista asfittica della Jugoslavia di Tito? Si ricordi, ad esempio, che nel dopoguerra, fuggiti gli italiani: «A Fiume, per rimanere nelle zone e ambiti di cui ho più informazioni e testimonianze, giunsero lavoratori da ogni parte della Jugoslavia, compresi, per quanto riguarda almeno la raffineria, in assenza ormai di quadri capaci di dirigere l’azienda, ingegneri dalla Cecoslovacchia (il fratello di mia madre scrisse di sentirsi uno straniero in casa propria). Nell’albonese, a rimpiazzare i minatori giunsero ben 12mila bosniaci. Poi c’erano altri problemi» (Zandel D. 2023).
L’Odeljenje za Zaštitu Naroda (Ozna), ossia il “Dipartimento per la Protezione del Popolo” nel 1952, fu ristrutturata in Uprava državne bezbednosti/sigurnosti/varnosti (Udba), cioè “Amministrazione di Sicurezza dello Stato”. Si cita una parte di un ricordo di Grazia Maria Giassi, che ebbe il padre infoibato (Nicolò Giassi, impiegato all’Azienda di soggiorno di Abbazia, arrestato dai partigiani jugoslavi e scomparso nel 1945). Il dialogo è tra il tale Branko, colonnello dell’Ozna e una sua conoscente. In altre parti del suo memoriale l’Autrice scrive: «Tutti lo sapevano. Nessuno ha parlato». Ecco il brano più significativo:
– Tu appartenevi all’Udba (Direzione per la sicurezza dello Stato) chiese quasi sottovoce Mirella a Branko.
– Sì, ora non più. Sono nessuno (…). È meglio non parlare. Con nessuno. Assolutamente
(Giassi G.M. 2006? : 32).
La famiglia Giassi, esule di Ica, presso Laurana, era in forte amicizia con la famiglia Zadcovich, esule di Villa del Nevoso a Udine. Alcuni nominativi dei Giassi risultano iscritti all’ANVGD di Udine nel 1987-1988 (Archivio ANVGD Udine). Pure i suoceri di Giacomo Ranieri erano di Villa del Nevoso, o Bisterza (ora Ilirska Bistrica, in Slovenia). Un altro infoibato della zona, menzionato di recente dai suoi discendenti sul Messaggero Veneto, è Ottorino Bellintani, nato a Mantova il 29 ottobre 1899. Era autista dell’autorità di Castua, risiedendo a Mattuglie, provincia di Fiume. Come risulta dall’Albo dei Caduti della RSI fu prelevato dai partigiani jugoslavi il 19 settembre 1943 a Mattuglie e poi scomparve. Era sposato con Liduina Zucchiatti, detta “Lina”, di San Vito di Fagagna (UD). I nipoti hanno ricordato Ottorino, sua moglie, la negoziante Lina, assieme alla sorella Jolanda Zucchiatti con una fotografia («Messaggero Veneto», 10 agosto 2025).
Prima della guerra, ad esempio nel 1939, Giacomo Ranieri, con istruzione di scuola secondaria, viveva a Fiume, Regno d’Italia, in viale dei Legionari, 26. Di mestiere faceva l’autista di pullman in un ditta privata, pur essendo invalido per una parziale mutilazione alla mano. Era quindi un uomo del settore dei trasporti. Sposato dal 28 marzo 1932 con Rosanda Polh, nata a Villa del Nevoso nel 1913, aveva una figlia, Ada, nata a Fiume nel 1933. Col settembre 1943 la ditta di trasporto chiuse, lasciandolo disoccupato. Nel periodo luglio-dicembre del 1946 risultò cameriere (“footman”) al Sanatorio di Fiume. Dopo il licenziamento, fu impiegato alla ditta di “Costruzioni municipali Jadran” fino all’arresto dell’Ozna, del mese di aprile 1948, percosse incluse. Si sa che, nel 1913, sotto l’Austria, esisteva la Società di Navigazione Croata “Jadran”, con la linea settimanale Trieste-Fiume-Makarska, il cui ufficio era in via Gisella n. 5, secondo lo stradario di Massimo Superina.
Uscito di galera, Ranieri fece domanda di opzione il 20 maggio 1948, ottenendo il passaporto provvisorio n. 8.462 di sola andata dal Consolato italiano di Zagabria il 17 luglio 1948. Passò il confine probabilmente a Sesana, vicino a Trieste (che era Territorio Libero di Trieste, sotto amministrazione angloamericana) e fu accolto al Centro smistamento profughi di Udine, che lo destinò al Campo profughi di Latina, dove è certo che fece domanda per emigrare in Canada, Australia o Sud America.

Il 9 febbraio 1950 Ranieri fu dichiarato “ineligible”, ossia non idoneo ad ottenere l’assistenza IRO per emigrare con la famiglia (Archivio di Arolsen). Gli restarono, però, le violenze dell’Ozna. Sul tema e su casi analoghi ha scritto William Klinger. Nei documenti risulta che Ranieri si dichiarò “italiano” della Venezia Giulia, ora Jugoslavia” (“V.G. now Jugoslavia”). Per i più ristretti canoni dell’Ufficio IRO non fu considerato “profugo”. Allora l’assistenza era prevista per i Paesi che subirono la guerra, non per quelli che la dichiararono, come l’Italia di Mussolini. Da ultimo si ricorda che, dal 1943 al 1959, non meno di 38 mila fiumani italiani scapparono dalla loro città, per sfuggire alle angherie titine su una popolazione presunta di 46 mila abitanti nel 1945, secondo le ricerche di Marino Micich. Si consideri poi che dal 1940 al 1947 a Fiume città morirono per cause belliche e per mano jugoslava almeno 1.500 persone di nazionalità italiana. Tali dati sono tratti dalla ricerca “Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni dal 1940 al 1947” a cura della Società di Studi Fiumani e dell’Istituto Croato per la Storia, edizione del 2002.
Oltre agli operatori e alla direzione degli Archivi di Arolsen (Germania) e dei siti web menzionati, si ringrazia Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo) per la collaborazione alla indagine.
– Albo Caduti della RSI, nel web.
– Amleto Ballarini, Mihael Sobolevski (a cura di / uredili), Le vittime di nazionalità italiana di Fiume e dintorni (1939-1947) / Žrtve talijanske nacionalnosti u Rijeci i okolici (1939.-1947.), Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 2002.
– Elenco soci Comitato Provinciale di Udine dell’ANVGD, 1987-1988, Archivio ANVGD Udine, b D, Cronache sociali e verbali, ms.
– Le foto dei lettori, «Messaggero Veneto», 10 agosto 2025, pag. 33.
– Grazia Maria Giassi, Ica, stampato in proprio, s.l. [Udine?], s.a. [2006?], premessa di Rosanna Turcinovich Giuricin. (Archivio ANVGD Udine, biblioteca).
– William Klinger, Ozna. Il terrore del popolo. Storia della polizia politica di Tito, Trieste, Luglio, 2015.
– Marino Micich, “Il lungo esodo dall’Istria, Fiume e Zara (1943–1958). L’accoglienza in Italia”, in: Pier Luigi Guiducci, Emiliano Loria, Marino Micich, Giovanni Stelli, Foibe, Esodo, Memoria. Il lungo dramma dell’italianità nelle terre dell’adriatico orientale, Roma, Aracne, 2023, pp. 67-177.
– Personal file of Ranieri, Giacomo, born on 24-Apr-1902, born in Fiume and of further persons. Arolsen Archives (Germany).
– Massimo Superina, Fiume a lavoro. Industrie, negozi e mestieri tra Ottocento e 1946, Padova, Associazione Fiumani Italiani nel Mondo, 2023.
– Diego Zandel, La mia Jugoslavia, destinata al fallimento, on line dal 14 dicembre 2023 su http://www.balcanicaucaso.org
Fonte: Varutti e Esuli giuliani, Udine – 11.08.2025
