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Regione Toscana: memoria e condivisione (parlamento.toscana.it 09 feb)

Firenze – “Oggi celebriamo una giornata importante, che abbiamo atteso troppo tempo, per ricordare una tragedia che solo di recente ha trovato cittadinanza nei libri di storia. Un’occasione da interpretare come la condivisione di un valore”.

Con queste parole il presidente dell’assemblea toscana ha aperto la seduta solenne del Consiglio regionale che si è svolta stamani, martedì 09 febbraio a Palazzo Bastogi, in occasione del Giorno del Ricordo istituito con legge dal Parlamento italiano nel 2004 (in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati).

“La Toscana – ha detto il presidente – si mette in primo piano per ripristinare la verità e rendere omaggio e onore ai caduti e ai loro familiari”.

Di “significato profondo per la nostra coscienza civile” ha parlato Sandro Rogari, storico e ordinario presso l’ateneo fiorentino, che ha ripercorso, in una lunga relazione, le terribili vicende di quegli anni, “la tragedia delle foibe, ma anche quella dell’esodo degli oltre 300mila italiani da Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, sradicati e costretti ad abbandonare tutto ciò che avevano”. “Con l’istituzione del Giorno del Ricordo – ha sottolineato Rogari – è stato riconosciuto un crimine contro l’umanità e nella lettura di quelle terribili pagine di storia che interessarono i territori dell'Istria a partire dall’autunno del 1943, subito dopo l'armistizio, fino al 1947, la storia europea del ‘900 ha toccato uno dei momenti più bui”.

E’ poi intervenuto il presidente dell’associazione nazionale Dalmata Guido Cace, che ha regalato ai due presidenti di Consiglio e Giunta regionale le 50 copie del giornale clandestino il “Grido dell’Istria”, uscito tra il luglio 1945 ed il febbraio 1947, ripubblicato in edizione limitata. Cace ha ricordato come la tragedia delle foibe si possa dividere tra un momento “bellico” – quello intercorso tra l’8 settembre e il 2 novembre del 1943 – e quello successivo, avvenuto a guerra finita, nella primavera del 1945. “Solo a Trieste – ha ricordato – furono infoibate 4500 persone”.

Testimonianza di quegli anni l’ha portata Miriam Andreatini, dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Firenze, che ha letto alcuni brani dalla sua autobiografia dedicata agli anni passati nel campo profughi Sant’Orsola, in Via Guelfa a Firenze.

A concludere la seduta solenne, il presidente della Giunta regionale. “Credo che questi contributi siano il modo migliore per onorare il fine e lo spirito della legge istituita dal nostro Parlamento, che ha come obiettivo quello di conservare e rinnovare la memoria di tutte le vittime delle foibe”. “Aver istituito questa ricorrenza – ha continuato – è un atto di giustizia dovuto alle vittime e ai loro congiunti a lungo privati del riconoscimento pubblico. Ripercorrere quella drammatica vicenda è il riconoscimento al dolore di quanti persero la vita”. “La Regione Toscana considera la memoria pubblica un elemento decisivo per la crescita della democrazia, anche pensando alle nuove generazioni che vanno sollecitate in questo senso. Il secolo passato è stato palcoscenico di atroci genocidi e stermini, ha visto il trionfo del nazionalismo, e le foibe rappresentano un tragico evento fatto di giustizialismo sommario e cieca violenza. Mentre, nell’Europa di oggi le minoranze sono fonte di arricchimento reciproco”.

Al termine della seduta è stato proiettato un video realizzato e curato dall’associazione nazionale Dalmata “Foibe. Martiri dimenticati”.

Luigia Mennonna – Federica Cioni

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