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Regione Istria, Jakovcic confermato presidente (Il Piccolo 01 giu)

POLA Pronostico rispettato al ballottaggio per l'elezione del presidente della Regione: il leader dietino Ivan Nino Jakovcic, sostenuto anche dal Partito socialdemocratico e dai Popolari, è stato riconfermato al timone dell'Istria con il 60% delle preferenze contro il 39% del suo sfidante Plinio Cuccurin, a capo dell'associazione di liste civiche Ladonja. Il risultato non è ancora ufficiale però può considerarsi definitivo, visto che è stato scrutinato pressoché il 100% delle schede.

Jakovcic ha ottenuto il picco massimo dei voti a Parenzo, ben il 78% mentre a Valle, in casa del suo concorrente, ha racimolato il 25% dei voti, percentuale comunque non trascurabile. A Pola invece il vantaggio di Jakovcic è stato di soli 5 punti percentuali, il che dovrebbe fare accendere qualche luce-spia nella sala di controllo della Dieta democratica istriana. Per Plinio Cuccurin, che con la sua Ladonja ha rappresentato la vera novità di queste elezioni amministrative diventando tra l'altro la seconda forza politica in regione, il cimento elettorale nonostante la sconfitta è sicuramente positivo. «Come inizio della nostra attività politica possiamo ritenerci molto soddisfatti – ha dichiarato a caldo -. Sono contento per il fatto che molti cittadini abbiano apprezzato la nostra voglia di cambiare il modo di governare l'Istria, coinvolgendo direttamente i cittadini e non mettendoli di fronte al fatto compiuto».

«Saremo un'opposizione costruttiva – ha aggiunto – e appoggeremo la maggioranza nei progetti e decisioni positivi per l'Istria; faremo sentire la nostra opinione invece su quelli negativi o discutibili». Per Jakovcic, che aveva invitato gli istriani a votare per la continuità della sua politica, si puo dire che sia riuscito a superare indenne un periodo di tempeste e bufere. Si credeva infatti che gli sarebbero costate popolarità le forti contestazioni nei confronti della fabbrica di lana di roccia «Rockwool» a Pedena e del progetto della discarica di Castion a Medolino che molti ritengono due mostri ecologici. La Ddi ha però perso il controllo di una città importantissima come Umago, dove nuovo sindaco è stato eletto l'indipendente Vili Bassanese, sostenuto dal Partito dei pensionati, dai Popolari e dai Verdi. Ha battuto il candidato regionalista Marinko Blazevic. «Dopo un ventennio di ristagno – ha dichiarato Bassanese – finalmente per Umago arrivano tempi migliori». La Dieta è riuscita comunque a mantenere il sindaco a Buie, dove Edi Andreasic sostenuto dai Socialdemocratici ha battuto Darko Jergovic dell'Hdz. È stata una vittoria non senza qualche affanno dopo il calo di popolarità della Ddi a Buie, causato dalla mancata conferma di fiducia nei confronti del suo sindaco uscente, Lorella Limoncin Toth. Tirando le somme, per quel che riguarda le città della regione la Dieta istriana ha il suo sindaco in 9 su 10. E veniamo ai Comuni, che sono le entità amministrative più piccole. In questo ballottaggio la formazione di Jakovcic ha perso il sindaco in un Comune strategico dal punto di vista turistico: ci riferiamo a Fasana, dirimpetto alle Isole Brioni. La dietina Dusanka Suran, nota anche per avere sempre dato solo briciole come dotazioni alla locale Comunità degli italiani, è stata battuta dalla socialdemocratica Ada Damjanac. Nei 31 Comuni istriani, la Ddi ha piazzato il suo sindaco in 16, seguono la Ladonja con 7, il Partito socialdemocratico con 3, l'Hdz e il Partito socialiberale con 1 ciascuno, per il resto sono indipendenti.

A conti fatti nel turno di ballottaggio l'affluenza alle urne in Istria è stata del 37,23% contro il 51% del primo turno. Gli elettori, lo ricordiamo sono poco più di 200mila. E come successo al primo turno, nei seggi di voto a Pola non è stata esposta la bandiera della Comunità nazionale italiana, il che era stato stigmatizzato dall'on. Furio Radin, presidente dell'Unione italiana. (p.r.)

 

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