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Quando Joyce prese la tessera della Lega Nazionale (Il Piccolo 14 mag)

Il Centro Culturale "Gian Rinaldo Carli" ospita oggi alle 17 nella sede della Lega Nazionale (Via Donota 2, a Trieste) la conferenza "James Joyce tra Trieste e l'Istria" di John McCourt, autore di "Gli anni di Bloom" (Mondadori), che approfondirà il rapporto tra lo scrittore di Dublino e l'Istria a partire dal breve soggiorno a Pola per passare a un'inedita immagine di Joyce turista a Brioni, Pirano e Capodistria.

A Trieste Joyce conobbe noti personaggi istriani come il compositore Antonio Smareglia del quale amava cantare brani da "Le nozze istriane", ma soprattutto come l'avvocato Nicolò Vidacovich, irredentista cosmopolita, saggista, poliglotta di vasta cultura, presidente della Società di Minerva e tra i suoi primi studenti. I due mantennero una duratura amicizia e tradussero Synge e Yeats. Vidacovich curò il contratto tra Joyce e gli imprenditori Caris, Machnich e Rebez per l'apertura del cinema Volta a Dublino, tutto a vantaggio dello scrittore irlandese. L'avvocato aveva stretti legami con la Lega Nazionale ed era presidente della Giovine Trieste.

Ciò spiegherebbe perché chi lavorava al Cinema Volta, Joyce compreso, sarebbe stato iscritto alla Lega Nazionale, come riportato dal proiezionista Lennie Collinge nelle sue memorie, recentemente scoperte da McCourt. La ricerca è il pane quotidiano del biografo, tema al quale John McCourt ha dedicato il suo nuovo saggio "Questioni biografiche: le tante vite di Yeats e Joyce" (Bulzoni Ed., pagg. 155, euro 12), riflessione sullo stato delle cose nella produzione di biografie letterarie. Mentre la disponibilità degli eredi di Yeats ha reso possibile l’edizione di nuove importati biografie del premio Nobel irlandese, la preclusione degli eredi di Joyce alla pubblicazione di lettere e documenti inediti scoraggia chiunque voglia scrivere una nuova biografia ormai necessaria perché quella scritta da Ellmann è ormai datata. In questo contesto diventano quindi ancora più preziose queste conferenze, o gli incontri come la Scuola Joyce di Trieste, dove si possono far "trapelare" nuove scoperte.

Tra i maggiori eventi joyciani internazionali, la 14.a edizione della Scuola si svolgerà quest'anno dal 27 giugno al 3 luglio, con borsisti provenienti fin dalla Turchia, Iran, Cina, Vietnam e Bulgaria. Ospiti d'onore saranno il giallista Colin Bateman e il poeta Greg Delanty. Programme Director della Trieste Joyce School, è Laura Pelaschiar, saggista, traduttrice, professoressa di letteratura inglese all'Università di Trieste, autrice del recente saggio "Ulisse Gotico" (Pacini Ed., pagg. 124, euro 15) in cui rivela risvolti inediti di quel "terror sublime" che l'opera joyciana può scatenare. Non si tratta d'una raccolta di testimonianze di lettori traumatizzati, ma di un'appassionante rilettura di "Gente di Dublino" e in particolare dell'"Ulisse" utilizzando la prospettiva del romanzo gotico col suo tipico corollario di fantasmi, cadaveri, spettri, cimiteri, morti viventi, e "pallidi vampiri". Dopo aver definito l'evoluzione di questo popolare genere, da "Il Castello d'Otranto" di Walpole a "Shining" di King, l'autrice descrive le peculiarità del romanzo gotico irlandese, anche alla luce delle teorie post-coloniali, per inserirlo però in un ambito più globale, come l'universalità della morte sembra suggerirle.

Nell'"Ulisse", il cattolico Dedalus rappresenta il Gotico serio, mentre l'ebreo e cosmopolita Bloom impersona il Gotico comico. Ma è nell'episodio di "Circe", rutilante di cinematografici effetti speciali, che si svela l'anima gotica e sovversiva della missione culturale di Joyce, ovvero la denuncia del nazionalismo e del cattolicesimo irlandese. E' infatti solo colpendo il fantasma della madre con la spada di Sigfrido che Stephen Dedalus potrà infine forgiare "la coscienza della sua razza".

Elisabetta d'Erme

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