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Presentato a Roma il romanzo “Vola Colomba” – 18dic15

 

“Per noi di origini dalmate, la Dalmazia, non costituisce solo la Patria perduta, ma è  un’entità ideale e spirituale, ricca di valori, di affetti…che non possiamo dimenticare in quanto testimonianza diretta della nostra volontà secolare di appartenenza alla civiltà italiana” – Marino Micich

L’iniziativa organizzata dall’Associazione per la Cultura Fiumana Istriana Dalmata nel Lazio – Museo di Fiume, dal Comitato di Roma dell’ANVGD e patrocinato dal Libero Comune di Zara in esilio presieduto da Franco Luxardo, ha avuto un bel successo di pubblico, nonostante la vicinanza delle festività natalizie. Marino Micich in veste di Direttore dell’Archivio Museo di Fiume e di Presidente dell’Associazione per la cultura fiumana istriana e dalmata nel Lazio ha esordito all’inizio della manifestazione con queste parole:

“La Dalmazia per il visitatore estraneo o il geografo è una lunga striscia di terra, prevalentemente rocciosa, che fra le Alpi Dinariche e il mare Adriatico orientale va dai monti Velebit fino alle Bocche di Cattaro. Una regione che oggi appartiene quasi interamente alla Repubblica di Croazia e nell’estremo lembo meridionale sconfina in Montenegro. Una terra visitata ormai da milioni di turisti per la bellezza del mare, delle sue coste e delle città. Ma per noi di origini dalmate, la Dalmazia, non costituisce solo la Patria perduta, ma è  un’entità ideale e spirituale, ricca di valori, di affetti che non possiamo dimenticare in quanto testimonianza diretta della nostra volontà secolare di appartenenza alla civiltà italiana”. 

Molti gli spunti emotivi fuoriusciti dalla relazione introduttiva di Marino Micich in cui sono stati ricordati i dalmati illustri che hanno passato gli ultimi anni in esilio nel Quartiere giuliano-dalmata di Roma, tra cui il Senatore Antonio Tacconi, l’avv. Giuseppe Ziliotto e altrettanti studiosi e divulgatori di storia dalmata e adriatica come Vincenzo Drago e Renato Seveglievich. Nel quartiere allora chiamato “Villaggio Giuliano” si costituì anche la Società di Ginnastica Zara grazie ad Arturo Battara. Tanti poi gli zaratini e dalmati ricordati che hanno trovato dimora nel Villaggio come Hagendorfer, Randi, Mondini, Costa, Keitner, Gruber, Scataretico, Petrich, Lauri, Cicin, Kotlar, Marussich, Micich, Marchiolli e tanti altri, tutti cognomi che testimoniano la ricchezza multiculturale delle comunità dalmate esodate. Dopo aver ricordato la distruzione quasi totale di Zara tra il 1943 e il 1944 da parte dei bombardieri anglo americani indirizzati dai vertici dei partigiani jugoslavi per distruggere l’italianità della città, Marino Micich ha dato parola alla prof.ssa Donatella Schurzel (presidente del Comitato di Roma dell’ANVGD), la quale si è soffermata sull’aspetto letterario del libro “Vola Colomba”, mettendo in risalto la storia famigliare che vi viene riportata parallelamente al narrato di eventi storici riguardanti la Dalmazia sempre molto interessanti e poco noti. Una narrativa molto chiara che naturalmente evidenza la varietà degli stili essendo un romanzo scritto a quattro mani. L’autore Gianni Grigillo ha sottolineato nel suo intervento le vicende storiche dalmate e le omissioni e censure che tale storia ha subito nel secondo dopoguerra in Italia, però “il libro contiene” ha proseguito l’autore, “una storia i cui protagonisti sono legati, per sangue e vicenda di un popolo, ai due autori che si incontrano per caso a Milano, si presentano con una stretta di mano e comprendono che c’è qualcosa di molto importante che li lega…”. Non si è giustamente voluto spiegare che cosa li lega durante la presentazione perché viene lasciato al lettore il piacere e la curiosità di scoprirlo. Grigillo ha poi ricordato gli esodi dalmati iniziati prima ancora di quello devastante e definitivo avvenuto dopo la seconda guerra mondiale e quanto sia però importante trasmettere i valori dell’identità culturale italiana di Dalmazia alle giovani generazioni, affinché apprendendo tale storia traggano sani principi per il futuro. La manifestazione si è conclusa con un saluto ideale al senatore Lucio Toth che non è potuto essere presente, come previsto dal programma, per sopraggiunti motivi di salute e con i tradizionali auguri natalizi.

 

Emiliano Loria

 

 

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