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Pola, omaggio a Smareglia (Voce del Popolo 07 mag)

Ricco, interessante e particolarmente solenne quest’anno il concerto in onore del grande operista istriano Antonio Smareglia, nel giorno del suo compleanno (è nato a Pola il 5 maggio 1854 e morto a Grado il 15 aprile 1929), che da Piazza Foro, antistante la casa natia del compositore si è trasferito nel Teatro popolare istriano-Teatro civico di Pola. L’evento è stato organizzato dalla Società artistico culturale “Lino Mariani” della Comunità degli Italiani di Pola, con il supporto della Città, dell’Ente turistico cittadino, del Teatro, di IDEA OPUS d.o.o. e della SAKUD polese. A nome dell’amministrazione municipale hanno salutato i presenti il vicesindaco, nonché presidente della CI polese, Fabrizio Radin, Gabriela Peruško, della SAKUD, e la vicepresidente della “Mariani”, Loretta Godigna.

Sono saliti sul palco i soprano Ingrid Haller, Jasna Kovačević-Zucchi e Olga Šober, il tenore Ivan Kruljac, la flautista Samanta Stell, il contrabbassista Sandro Peročević, accompagnati dai M.i Roberto Haller e Branko Okmaca, che si sono alternati al pianoforte; il Coro misto e quello maschile della SAC “L. Mariani”, diretti dal M.o Edi Svich; l’Orchestra di fiati della Città di Pola, diretta dai M.i Branko Okmaca e Ante Dobronić; il Gruppo folcloristico della CI di Dignano con i suoi canti e balli, dai quali Smareglia attinse per creare quella splendida opera che è “Nozze istriane”.

Serata con tanti ospiti importanti, a partire dalla signora Adua Luciana Rigotti Smareglia. La nipote dell’illustre Maestro ha auspicato una maggiore comprensione dell’opera smaregliana soprattutto nei giovani, che dovrebbero conoscere gli artisti che hanno resa famosa la regione nel mondo. Sarebbe altresì opportuno un allestimento costante dei suoi melodrammi, anche con la collaborazione delle realtà che lo hanno visto crescere e formarsi quale musicista, come Graz, città del resto “gemellata” con Pola, dove il Maestro – iscritto alla Scuola tecnica perché i genitori volevano avviarlo all’ingegneria – scoprì la musica di Beethoven e degli altri grandi dell’epoca. Ne fu tanto affascinato da volervisi dedicare a tempo pieno.

Andrebbe coinvolta pure Milano, dove Smareglia studiò al Conservatorio, dove fu introdotto nella “Scapigliatura milanese” da Franco Faccio e Arrigo Boito e divenne uno dei rappresentanti della Giovane Scuola Italiana, che tentava un’alternativa alla tradizione alla fine dell’Ottocento. Infine Vienna, dove Smarglia trovò i suoi sostenitori più agguerriti in E. Hanslick e J. Brahms, che vollero che la sua opera “Il vassallo di Szigeth” fosse rappresentata al Metropolitan di New York quale esempio della nuova tendenza europea nel teatro musicale.

La romantica pagina di “Serenata di primavera”, tratta dall’opera smaregliana “Pittori fiasmminghi” – interpretata con somma grazia dalla flautista Samanta Stell – ha dato il “la” al Concerto; ha esordito quindi il Coro maschile della “Mariani”, con il suggestivo brano “La vergine degli angeli” (da “La forza del destino” di Giuseppe Verdi), solista il soprano Jasna Kovačević-Zucchi, con l’accompagnamento al pianoforte di Branko Okmaca e al contrabbasso Sandro Peročević, per la direzione del M.o Svich. Due i brani interpretati ancora dalla brava Jasna Kovačević-Zucchi, nativa di Pola, diplomata in canto lirico al Conservatorio di Castelfranco Veneto. Con sentito raccoglimento ha intonato l’ “Ave Maria” e il “Pater noster”, accorate preghiere che Smareglia ha composto negli ultimi due anni della sua vita, quasi a segnare il suo distacco dal mondo. Sono seguiti gli interessanti brani corali “Inno a Tartini” e l’ “Inno dei canottieri istriani” in versione concertante con l’Orchestra di fiati (arrangiamenti di Okmaca).
Il soprano Ingrid Haller ha proposto tre dei più bei lied del M.o polese, “Nell’onde chiare”, “Ruba i fior” e “Una mesta sospirando”, tutte e tre del primo periodo di Smareglia, composte nel 1875 da un giovane musicista che ha appena 21 anni ma dal quale traspare già la grande originalità. Sempre interessanti le arie operistiche, eseguite dal soprano Olga Šober, del Teatro nazionale croato “Ivan de Zajc” di Fiume. Tratti da “Le nozze istriane”, i brani “Qual presagio funesto” e “Aveva con questo dono” sono risonati in tutta la loro tragicità con la bella voce della primadonna del Teatro fiumano e l’accompagnamento curato del M.o Roberto Haller.

In chiusura tre pezzI del ricco repertorio della “Mariani”, il Kolo finale dell’ “Ero s onoga svijeta” (Ero dall’altro mondo), di Jakov Gotovac, pieno di giocosa verve; lo splendido “Brindisi” della “Traviata” di Giuseppe Verdi, solisti il soprano Olga Šober e il tenore Ivan Kruljac nei ruoli di Violetta e Alfredo: ed infine lo straordinario “Inno all’Istria” di Giovan Battista Cleva e Giulio Giorgieri, con una gradita novità: l’Orchestra di fiati in tutta la sua imponenza.
Una serata interessante e importante per il suo contenuto – per quello che è il retaggio culturale e storico della città, per le nostre radici, che purtroppo ancora non sono pienamente riconosciute – e un vero tuffo nella tradizione culturale e artistica, che da anni la “Lino Mariani” sta portando avanti con successo.

Orietta Šverko

“La Voce del Popolo” 7 maggio 2012

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