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Pola e Fiume saranno basi logistiche della NATO (Il Piccolo 15 gen)

FIUME Ci sono anche lo scalo marittimo quarnerino e l’aeroporto di Pola nell’elenco compilato dal governo della premier Jadranka Kosor che enumera le infrastrutture nazionali di cui potranno avvalersi i reparti della Nato sul suolo croato per necessità di transito o per operazioni o esercitazioni congiunte da tenersi sia in terra che in mare o in cielo. La Croazia è entrata a pieno titolo nell’Alleanza atlantica l’anno scorso, in genere senza particolare euforia o proteste da parte dei suoi cittadini.

L’elenco – redatto dietro suggerimento del Ministero della difesa in collaborazione, si presume, con le corrispondenti strutture dell’Alleanza atlantica – è stato già inoltrato all’ufficio del capo dello Stato per l’avallo definitivo.

La lista enumera nel dettaglio tutte le infrastrutture (inclusi i valichi di confine terrestri e marittimi, le vie di comunicazione preferenziali di cui avvalersi negli spostamenti) che potranno essere messe provvisoriamente a disposizione di contingenti militari appartenenti a Paesi della Nato in caso di manovre congiunte o di operazioni di qualsiasi tipo nella regione. Nelle pagine dell’elenco vengono altresì indicate le installazioni militari (caserme e altre strutture logistiche, poligoni da esercitazione, ecc.) che potranno essere usate dai reparti del Patto nordatlantico.

I porti marittimi indicati dall’elenco sono in tutto tre: Fiume, in Alto Adriatico, nonché Spalato (specificatamente, la base navale di Lora) e Ploce, in Dalmazia. Attraverso i tre porti potrà avvenire lo sbarco di uomini, mezzi ed equipaggiamenti. Nel caso di Fiume, l’area portuale potrà essere impiegata solo per operazioni di sbarco/imbarco e per l’inoltro nell’entroterra, non per lo stazionamento prolungato, che sarà invece possibile nel caso dei due porti dalmati. Per quanto riguarda gli aeroporti di cui potranno avvalersi velivoli o contingenti aviotrasportati della Nato, questi sono in tutto quattro: oltre a quello già citato di Altura (Pola), nella lista sono inseriti pure quelli di Zagabria (Pleso), di Zara (Zemunik) e di Osijek, in Slavonia Orientale. Per l’ingresso da terra in territorio croato sono inoltre previsti ben 12 valichi di confine stradali e altri sei ferroviari, nessuno dei quali nelle regioni di Fiume e dell’Istria.

Nel novero dei valichi di confine eventualmente a disposizione di truppe dell’Alleanza ci sono anche quelli degli scali fluviali di Osijek (sulla Drava) e Vukovar (sul Danubio), praticamente a ridosso del confine con la Serbia. Per quanto attiene invece ai centri logistici adibiti allo stazionamento temporaneo, quelli che potranno ospitare reparti o contingenti dell’Alleanza sono in tutto 11 e si tratta di caserme o complessi già di uso militare in epoca ex jugoslava. Tra questi figurano anche il grande poligono da esercitazioni di Slunj (a Sudest di Karlovac e praticamente a contatto del Parco nazionale dei Laghi di Plitvice) e quelli di Udbina (entroterra dalmata) e Gasinci (Slavonia Orientale). Quanto alle caserme da mettere al servizio di nuclei operativi Nato, l’elenco enumera in tutto quattro installazioni: fra queste figurano pure quella di Delnice, capoluogo dell’area montana del Gorski Kotar, agevolmente raggiungibile in autostrada o in treno da Fiume, e quella di Benkovac, nell’entroterra zaratino e a pochi chilometri dall’aeroporto di Zemunik.

A proposito di quest’ultimo c’è da ricordare che nel suo settore adibito a uso militare sono già in atto i lavori di ristrutturazione per trasformarlo in “centro di appoggio logistico” nel quale dislocare nuclei operativi o velivoli dell’Alleanza per esigenze di transito, esercitazioni congiunte, scali tecnici, tappe intermedie, rifornimenti, emergenze, ecc. Per questo sono state scelte le strutture da adibire alle nuove esigenze come caserme, officine, hangar e relativi servizi da rinnovare o adattare. Passando invece all’area di Spalato (Lora e installazioni annesse) al più tardi entro la fine del 2012 in località Divulje, nel Golfo dei Castelli spalatini, dovrebbe ridiventare operativo un Centro di addestramento per incursori subacquei, stavolta da porre a disposizione della Nato.

Nel “training center” di Divulje dovrebbero svolgersi esercitazioni di nuclei operativi speciali, anche elitrasportati, addestrati per operazioni subacquee o missioni anfibie. Le strutture a mare di Divulje versano ormai da anni in stato di abbandono dopo essere state devastate nel 1991 all’atto del ritiro dalla zona dell’ex Marina militare jugoslava.

Si ritiene che per rimettere in piena efficienza il preesistente Centro addestrativo per sommozzatori (istituito nel 1984) sarebbero necessari sui 4 milioni di euro. Qui fino al ‘91 c’erano anche un ambulatorio e due camere di decompressione o ricompressione iperbariche per il ricovero dei sub a rischio di embolia nello spazio di pochi minuti. (f.r.)

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