ANVGD_cover-post-no-img

Parte l’alleanza dei porti adriatici (Il Piccolo 28 dic)

di SILVIA ZANARDI

TRIESTE Per Paolo Costa, il ragionamento è semplice: se i porti di tutta Europa movimentano in totale 90 milioni di teu all’anno, è paradossale che Venezia, Trieste, Ravenna, Capodistria e Fiume, insieme, siano in grado di movimentarne solo 2 milioni scarsi. Per il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, considerare i porti dell’Alto Adriatico come un insieme compatto a servizio dell’Europa, significa anteporre la cooperazione alla concorrenza, considerando il necessario sviluppo di ogni singola realtà portuale come un vantaggio per le altre. L’associazione ”Napa” (North Adriatic Port Association), che riunisce i porti del Nord Adriatico, è stata pensata per unire le forze e presentarsi competitivi sui mercati internazionali rispetto ai porti dell'Europa settentrionale. L’atto costitutivo verrà firmato a gennaio, la sede sarà il Porto di Trieste e avrà durata ventennale.

L’intento è, soprattutto, quello di creare un’alleanza che riesca ad essere più incisiva nel chiedere finanziamenti per intervenire sui punti deboli del sistema portuale dell'area. Entrando nel concreto, ci si riferisce ai collegamenti ferroviari verso le destinazioni finali delle merci ed una rete di retro porti, dunque di centri logistici, che attualmente non è soddisfacente. La prima presidenza della Napa sarà affidata Gregor Veselko, presidente del porto di Capodistria e avrà durata semestrale. Poi, a rotazione, si susseguiranno gli altri presidenti.

Per ora, dell’associazione fanno parte i porti di Trieste, Venezia, Ravenna e Capodistria ma è imminente anche l’ingresso di Fiume. La loro prima attività in comune sarà la presenza congiunta alla Fiera Transport &Logistic 2010 di Shanghai. ”Ogni 6 mesi- dice Paolo Costa- uno dei presidenti delle autorità portuali coinvolte pensa anche per gli altri e si rende portavoce di un sistema portuale che deve essere visto come una realtà unica. Sia a livello europeo, dove dobbiamo aumentare significativamente il nostro peso, sia a livello nazionale”. ”È proprio a livello nazionale- insiste Costa- che la considerazione dell’Alto Adriatico come un sistema rilevante ed importante per lo sviluppo del mercato italiano ed europeo è scarsa, e questo incide parecchio sulle spartizione dei finanziamenti pubblici, dobbiamo esserci anche noi tra le priorità”. ”Ricordiamo che, per la Tav, l’Italia si è concentrata sul tratto Milano-Torino, mentre il Corridoio 5 è ancora bloccato- spiega Costa- è un errore italiano, è il nostro Paese che sta sbagliando. Basta guardare la cartina dell’Europa per notare che siamo noi il cuore del continente e le navi provenienti dal Mediterraneo devono scegliere di venire qui a scaricare le loro merci”. ”Dobbiamo risultare i più convenienti- incalza- sia per le strutture che offriamo, sia per l’accesso rapido e veloce che dobbiamo poter aprire verso l’Europa”.

A proposito di soldi pubblici, non si può non parlare della piattaforma logistica di Trieste, che aspetta ancora i finanziamenti del Cipe per essere realizzate. ”Soldi pubblici non ce ne sono- dice Paolo Costa- anche Trieste si deve rendere conto che non può fare affidamento solo sul governo. I finanziamenti dobbiamo trovarli noi e puntare sui project financing, che in molte occasioni si rivelano risolutivi”. ”Insomma- conclude Costa- i porti dell’Alto Adriatico dovranno fare, sempre più, un lavoro di squadra. Allo stesso tempo, però, ogni porto deve pensare a come espandersi e scommettere su se stesso. Ognuno di noi deve riuscire, singolarmente, a movimentare almeno 1 milione di teu”.

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.