Compiono cinque anni le Olimpiadi di italiano, e il dato più rilevante è il crescente entusiasmo che accompagna la competizione ideata dal Miur per far emergere e premiare gli studenti delle scuole superiori più bravi con la grammatica e l’uso della lingua. Aumentano le adesioni in Italia (25 mila studenti ai nastri di partenza lo scorso febbraio, + 60 % rispetto all’anno passato, 750 scuole partecipanti), crescono le iscrizioni dall’estero: oltre 600 ragazzi appartenenti a 38 istituti, dalla Francia alla Bulgaria, dall’Argentina alla Russia all’Egitto alla Colombia, per citarne solo alcuni. Scuole gestite dalla Farnesina, sezioni italiane di scuole straniere e internazionali, anche due scuole a rappresentare la minoranzanza italiana che vive in Slovenia e Croazia. Una conferma del fatto che l’italiano è ancora lingua amata, conosciuta e studiata fuori dai confini dell’Italia, dice la prof.ssa Rita Librandi, che collabora al coordinamento scientifico della manifestazione. «Rimane, da quanto dicono anche le statistiche dal ministero degli Esteri, ancora fra le prime cinque lingue più studiate al mondo; e le motivazioni per cui si studia l’italiano non sono sempre legate soltanto a fatti culturali, di interesse per la nostra arte, per la nostra musica e letteratura ma oggi anche a nuove possibilità di lavoro, parlo per esempio dei paesi emergenti, la Cina, il Brasile e altri con cui ormai l’Italia intrattiene numerosi rapporti economici».
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