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NewsItaliaPress – 050707 – Mario Andretti rievoca la sua Montona

New York – Nazareth – L'Associazione Famiglia Montonese ha annunciato ieri che, all'unanimità, Mario Andretti, ex pilota automobilistico, è stato nominato Sindaco del Libero Comune di Montona in esilio,  (Mario Andretti nominato Sindaco del Libero Comune di Montona in esilio  News ITALIA PRESS N° 123 del 4 luglio 2007) organismo che riunisce tutti gli esuli di Montona.

Un'altro premio va ad aggiungersi alle centinaia di titoli, commende, ed Award, che neanche lui ricorda, ma che accetta di tutto cuore e con  soddisfazione, sapendo che c'è anche chi lo ricorda nel suo Paese.

Mario Gabriel Andretti, americano oggi ma nato in quel di Montona, e le radici istriane gli sono rimaste appiccicate. Emigrato in America con papà Gigi quando l'atmosfera politica era ben diversa, con tenacia, volontà, passione, diede vita alla sua carriera automobilistica che il mondo ha ammirato e rispetta.

Sono finito negli Stati Uniti, ama ricordare l'ex campione del  mondo, "acausa della politica internazionale. Dopo la seconda guerra mondiale, mio padre divenne amministratore di sette fattorie. Ereditò della terra e disponevamo di parecchi soldi, una fortuna in quel periodo così difficile. Eravamo una famiglia borghese che esportava vino e farina. Un giorno all'improvviso arrivarono gli jugoslavi e ci dissero 'quello che è tuo è mio, se non vi piace andatevene'. Naturalmente scappammo trovando accoglienza in un campo di profughi di Lucca dove rimanemmo dal 1948 al 1955. Poi emigrammo in America.." Esattamente a Nazareth, un piccolo centro sconosciuto della Pensilvania divenuto famoso nel mondo proprio grazie ad Andretti che tuttora vive li, dove gli hanno dedicato anche una strada:la 'Victory lane'. 

Che dire di Mario, che il grande Jimmy Clark definì 'Piedone', cioè  piede pesante sull'acceleratore, che dire dell'asso italo-americano che ha conquistato tutto quello che c'era da vincere : F.1,Champ car, Endurance, Nascar, Midget, e fermiamoci qui. Troppo lunga sarebbe la lista, e infiniti sono i trofei che conserva nella sua magnifica villa di Nazareth, dove è voluto restare sempre con papà, mamma, e  figli, che oggi seguono il passo del famoso genitore.

"L'automobilismo, i grandi piloti, mi hanno sempre attratto, fin da bambino. Sono convinto che il desiderio di correre in macchina, l'istinto tipico del pilota lo si possiede sin dalla nascita, lo si ha nei cromosomi. Ritengo inoltre che la passione, l'abnegazione, il carattere che occorrono per diventare piloti professionisti non si possono insegnare" ci aveva raccontato. "Avevo 13 anni e già avvertivo un certo prurito al piede destro. I miei idoli a quei tempi erano Fangio, Castellotti, Moss ed Ascari, che ebbe grande influenza sulla mia decisione  di dedicarmi a questo sport… La mia prima gara fu ad Ancona. Era di F.Junior e da quel momento non ebbi più pace. Son trascorsi 50 anni dai primi contatti col volante".

 "Negli anni settanta guidavo tutto quello che mi capitava tra le mani, dalla F.1 alle Midget".
Nel 1961 un americano, Phil Hill conquistò il mondiale piloti di F.1 al volante di una Ferrari. Dopo 17 anni, un tempo sufficiente perchè un Paese come gli Stati Uniti dimenticasse sia Phil Hill sia la F.1, Mario ricordò agli americani che c'era qualcosa d'altro nel mondo oltre alle piste ovali. "Non so se potrò mai descrivere quello che rappresenta per me il titolo di campione del mondo della F.1." ama ripetere Andretti con intensità e sincerità.

Gli storici della Formula uno sono convinti che dall'associazione di Andretti e Colin Chapman nacque il miracolo della rinascita Lotus. Un team che, dopo  essere stato abbandonato da Emerson Fittipaldi, sembrava essere divenuto una succursale dell'hobby preferito di Chapman, le barche, cui il geniale tecnico inglese dedicava gran tempo. Ma Mario non ha nessuna voglia di ritenersi un pensionato. Quel "piedone" destro che non spinge più come un tempo deve sembrargli inutile, e gli ricorda le innumerevoli pole, le vittorie in piste mitiche come lui: Watkins Glen, Indianapolis, Michigandove dove registrò la 65°  vittoria della sua carriera alla media record di 230/125 miglia all'età di 42 anni.

A proposito, spieghiamo per chi ancora non lo sapesse, la storia del 'Piedone'. Anni Sessanta. Si correva a  Trenton, un ovale nello stato del New  Jersey, ed era presente Jim Clark: Jimmy il quale partito  settimo fu costretto a respirare la polvere di Andretti  in pole position. A metà gara, Clark si fermò col motore fumante. Lo avvicinammo e gli chiedemmo: Jimmy che ne pensi di Andretti"? "It is a big foot", ovvero: ha il piede pesante. Da quel giorno Mario divenne il proverbiale 'Piedone'.

F.1, Ferrari,  un rapporto che non decollò mai. "Quando ero libero io, loro erano impegnati. Fu una situazione balorda. Alla fine del 1977 andai a Maranello per parlare col Commendatore, pur essendo legato da un contratto con Colin Chapman. Cercai di liberarmi pur sapendo che Colin mi avrebbe fatto causa. Lasciali parlare, disse Ferrari, noi abbiamo avvocati potenti. Ma tornato in America, con sorpresa all'aeroporto mi trovai davanti Chapman che, con tanta gentilezza,  mi  chiese di non lasciarlo. E così fu". Beh, non andò poi male considerando che proprio nel 1978 Andretti vinse il titolo con l'imbattibile Lotus 79 e la Ferrari si trovò ad arrancare. Curiosamente, l'ultima volta che Andretti salì su una monoposto di F.1  fu con una Ferrari, la 126 C2. La guidò a Monza e  Las Vegas nel 1982, a 42 anni,  per sostituire l'infortunato Pironi. Quando Mario ricevette la chiamata non ci pensò due volte  a volare in Italia. Giunto a Maranello all'ora di pranzo affrontò un mastodontico pranzo, poi salì in macchina e segnò il record di Fiorano.  A Monza ottenne una incredibile pole  ed in gara finì terzo. A Las Vegas andò peggio. Da allora, Mario le F.1 le ha viste soltanto dai box.

Torniamo a ieri, 4 luglio 2007, per puro caso giorno della nascita di Giuseppe Garibaldi, una giornata celebrata davvero in tutto il mondo dagli italiani e dai loro discendenti, giornata dell'ufficializzazione della nomina di Mario a 'Sindaco'

 

Il telefono, ci dice la gentile segretaria del campione, "non si ferma mai. Ho bisogno di aiuto"

Ma chi chiama?

"Chiamano tutti, specie i cittadini ed amici di Montona, che  dice Mario, è una città adorabile. Voglio sperare che il neo Sindaco possa andarci un giorno, ed allora non mi sfuggirà l'occasione. Un momento, please… ecco Mario"

"Ma Lino, mi dici tu come si può fare a rispondere a tutti i miei connazionali?" sbotta Mario. "Tu sai che io 'marcio' continuamente in aereo, in macchina o a piedi e spesso non so nemmeno dove vado. Seguo mio nipote, figlio di Michael che ha abbracciato le corse e spera di poter entrare, un giorno nella F.1".

Sei emozionato per il riconoscimento?
Dopo il Grande Enzo Ferrari (Commendatore come Mario n.d.r) arriva la nomina di "Sindaco in Esilio" del mio paese che lasciai col cuore piangente. Posso dire soltanto che questa nomina resterà nella mia mente come le cose più care di questa terra.

Mario dicci questo. Ti dovremo chiamare Commendatore o signor Sindaco?

Tu sai che in America i titoli non vanno a gonfie vele, ma quando una di queste onorificenze  viene dal mio Paese, potrai capirmi…

Conti di andare presto in paese?

Prego il Signore che mi dia abbastanza forza per fare un 'salto' anche in Italia. Non dico si, ma nemmeno no.

Ma tu conosci nessuno in Montona?

Conoscevo il generale dell'aeronautica Giuseppe Corazza, che purtroppo  recentemente è scomparso. Un  bravo personaggio.

 

Come prevedi il futuro di tuo nipote Marco nelle macchine?
Marco ha coraggio, grinta, decisione, ed un piede abbastanza pesante. Se continua a correre nel team del padre Michael nella serie  IRL, penso che il futuro non gli sarà ostico.

 

E tu hai ancora qualche desiderio inappagato?

No, ho raggiunto quasi tutto, ma ti confesso che ogni tanto mi  brulica il piede destro, e se non ci fossero tanti anni sulle spalle, credimi spingerei l'acceleratore come una volta.

 

Dobbiamo lasciare il "signor Sindaco "  poichè l'autista è pronto per portarlo all'aeroporto dove lo attende  il suo jet personale. Un'altro giorno plurimpegnativo lo attende..

Auguroni e congratulazioni  Piedone.!!

 

Lino Manocchia-SSNphoto.com/News ITALIA PRESS

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