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Mladic fu pagato dal presidente croato Tudjman (Il Piccolo 13 giu)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Il ”tormentone” Mladic continua ad attanagliare la Serbia che finora non riesce (o non vuole?) catturare il ricercato numero uno per crimini nella ex Jugoslavia. Intanto la diplomazia internazionale stringe sempre più le sue maglie attorno a Belgrado, mentre dai diari del generale escono le prime importanti indiscrezioni.

Mladic ottenne dai croati notevoli somme in denaro in cambio di forniture di armi e di altri servizi. Lo scrive lo stesso generale nei suoi diari di guerra trovati e consegnati di recente ai giudici del Tribunale dell'Aja. In essi Mladic parla al tempo stesso in modo dettagliato dei suoi ripetuti incontri con i generali croati nei quali venivano definite le condizioni delle forniture di armi e carburante, scambi di prigionieri unitamente a una guerra comune contro i musulmani bosniaci. Come risulta dal diario di Mladic nel luglio 1993 i croati pagarono all'ex generale serbo-bosniaco per le forniture di armi e altri servizi non meglio precisati quasi 1,2 milioni di marchi tedeschi. In quell'occasione fu al tempo stesso stabilito che il generale Mladic avrebbe ottenuto dai croati altri 8,09 milioni di marchi nel giro di una settimana.

Il Tpi ha pubblicato parte dei diari di guerra di Mladic trovati e confiscati dalla polizia serba nel febbraio scorso nel corso di una perquisizione nella casa della sua famiglia a Belgrado. Il contenuto di tali diari è stato pubblicato dai giudici dell'Aja nell'ambito delle accuse a carico di alcuni leader militari croati (di origini bosniache) attualmente sotto processo, fra gli altri Jadranko Prlic, Bruno Stojic, Slobodan Praljak, Milivoj Petkovic, Valentin Coric, Berislav Pusic. Mladic scrive sugli incontri da lui avuti con loro in una località ungherese e a Njivice, in Montenegro. Il materiale dei diari pubblicato riguarda fra l'altro anche incontri avuti da Mladic con Slobodan Milosevic a Belgrado alla presenza di Nikola Sainovic (allora primo ministro), Jovica Stanisic (allora capo della polizia segreta) e Radovan Karadzic (presidente della Republika Srpska). Due generali serbi, Bozidar Delic e Nimoslav Krstic, smentiscono però decisamente che Mladic possa aver ottenuto denaro dai croati. «Lui non avrebbe mai potuto accettare soldi da chicchessia», ha detto Krstic. Secondo l'avvocato della famiglia Mladic, Milos Saljic, è possibile che Mladic durante la guerra possa aver avuto incontri e contatti con croati e muslmani, ma di certo non ha ottenuto denaro.

Intanto la moglie dell'ex generale dell'esercito serbo bosniaco Ratko Mladic, che pochi giorni fa aveva chiesto la pensione del marito sostenendo che lo stesso sarebbe oramai morto, è stata indagata ieri dalla corte distrettuale di Belgrado per possesso illegale di armi da fuoco. L'avvocato di famiglia di Mladic Milos Saljic ha detto al giornale che le armi in questione sono state sequestrate in una perquisizione della casa di Bosiljka Mladic, avvenuta il 4 dicembre 2008. La polizia aveva trovato un fucile da caccia, un fucile d'assalto Hekler Koch, quattro pistole e una grande quantità di munizioni. Ora l'avvocato ha detto «che le armi sono state trovate in un armadio appartenente al Ratko Mladic, chiuso a chiave, che la moglie non aveva aperto mai». Secondo Saljic si tratta di una vendetta dello Stato e di una pressione poichè la famiglia ha annunciato, come detto, la decisione di chiedere una dichiarazione ufficiale di morte presunta del ex generale. «La famiglia non rinuncerà alla sua idea e faremo la richiesta appena saranno arrivati i necessari documenti di Mladic da Kalinovik in Bosnia-Erzegovina, dove Mladic è nato», ha rivelato Saljic.
 

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