Milano ricorda il giornalista Guido Gerosa, «l’uomo con la macchina da scrivere»

Dopo Fulvio Bracco e Ottavio Missoni, Guido Gerosa: Milano è memoria, piattaforma istituita dal Comune di Milano per coltivare la memoria storica e critica dando voce alla galassia dell’associazionismo, commemora ora il giornalista e senatore scomparso nel 1999 eppure ancora indimenticato dalla «vecchia guardia» delle redazioni milanesi.

Così, mercoledì 10 maggio alle ore 17:00 presso il «Pirellone», più precisamente nella sala Pirelli del Consiglio Regionale della Lombardia, si terrà un convegno a porte chiuse (chi è interessato ad assistere è pregato di telefonare al 3335796311), voluto e organizzato dal Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con la partecipazione dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio e il patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia e della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani. fiumani e dalmati, al quale interverranno tra gli altri Giordano Bruno Guerri, Massimo Fini, lo scrittore Diego Zandel e i figli di Gerosa, Mario e Alberto.

Durante l’evento verrà proiettato un breve documentario sulla vita e i luoghi del giornalista, realizzato dal videomaker Simone Pontini. Quello di Guido Gerosa è un mondo in larga parte scomparso. Non esiste più la Fiume dove Gerosa, classe 1933, trascorse i primi 11 anni della sua vita (questo spiega il ruolo di ANVGD – Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e di AFIM – Associazione Fiumani Italiani nel Mondo), prima di trasferirsi a causa della guerra nella più sicura Brianza e, successivamente, a Milano. Fu proprio nel vecchio cinema dei Cappuccini di Fiume che il giovane Gerosa scoprì la grande passione per i film, che fungerà da trampolino di lancio per la sua carriera sui giornali milanesi, da La Notte a Il Giorno.

Né d’altronde esiste più il giornalismo come lo visse lui, fatto di carta carbone, di «Lettera 22» (non a caso la commemorazione s’intitola «L’uomo con la macchina da scrivere») e di reportage che raccontavano il mondo quando Internet era di là da venire e la stessa televisione non era ancora entrata in tutte le case. Eppure, a pensarci bene le chiavi di lettura fornite da Gerosa per capire Milano, l’America (dove Gerosa fu inviato speciale negli anni 60 e 70, rispettivamente per Epoca e per L’Europeo) e il caleidoscopio di Paesi da lui raccontati restano ancora valide, come suggeriscono tanti suoi articoli i cui titoli sembrano uscire dai giornali di oggi (“Seguendo la flotta russa – la sfida sovietica nel Mediterraneo” oppure “Il telefono da borsetta”, entrambi pubblicati nel 1970 su L’Europeo).

E scavando nella memoria, tante volte si scopre che il passato è presente, forse anche futuro: persino il cinema dei Cappuccini di Fiume, mutatis mutandis e con un nome diverso per ciascuna epoca (da «Cinema Teatro San Giorgio» a «Beograd», fino all’attuale «Art-kino Croatia»), continua oggi come allora a proiettare pellicole di qualità, formando il gusto critico dei futuri Guido Gerosa.

 

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