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Mantica: nel 2014 una macroregione adriatico-ionica (Il Piccolo 10 mar)

di FRANCESCO FAIN

GORIZIA «La politica estera del nostro Paese ha come elemento fondante e prioritario l’impegno verso i Balcani. Come già è stato fatto nell’area baltica e in via di definizione in quella danubiana, l’Italia sta lavorando per presentare entro il 2014 una macroregione adriatico-ionica che riunisca le regioni dei Paesi che si affacciano sul Mare Adriatico, compresi tutti i Paesi dei Balcani, molti dei quali presenti qui al forum di Gorizia».

Il sottosegretario Alfredo Mantica ha tracciato la rotta della politica estera italiana nell’area balcanica. Chiudendo i lavori dell’International Desk nel nuovo ”conference center” di via Alviano ha annunciato l’intenzione del governo di «rilanciare un’area spesso considerata ”di serie B”, ma che ha in sé grandi potenzialità e che svolge un ruolo chiave nel campo dell’energia. È un processo difficile, ma possibile per cui l’Italia è già impegnata in termini di relazioni internazionali al fine di raccogliere consensi e definire le priorità di ciascun Paese in modo particolare in tema di sviluppo infrastrutturale e costruzione dei porti, tutela del mare e dell’industria della pesca senza tralasciare il ruolo della cultura e del turismo».

Mantica ha invitato, quindi, i diversi enti e strutture coinvolte e già operanti in queste aree, a partire dall’Ince, a fare sistema «perchè – ha detto – si tratta di una strategia che rimarrà negli anni a venire, un’asse che assicurerà il pieno ritorno in Europa di mari e territori che europei sono sempre stati». Parole condivise da Roberto Antonione (Pdl), presidente del gruppo di esperti nominato al Vertice di Bucarest del 13 novembre 2009, che dovrà riorientare l’attività della struttura europea il cui segretariato ha sede a Trieste.

Nel corso della conferenza stampa di chiusura dei lavori, il presidente della Regione Renzo Tondo ha ricordato il ruolo delle piccole e medie imprese nei Paesi dell’area balcanica e ha precisato che il tema emerso nella due giorni di dibattito a Gorizia è quello della «omogeneità» delle regole fra paesi ancora distanti. «In quest’area – ha detto Tondo – ci sono Paesi già nell’Unione europea, altri di prossimo ingresso e altri ancora di più lontano approccio. Esistono sistemi bancari, finanziari, economici, sociali e politici diversi che vanno integrati e a questo servono questi dibattiti e queste iniziative».

Soddisfatto il sindaco di Gorizia Ettore Romoli: «In questa due giorni ci sono stati gli interventi dei rappresentanti di governo di dieci Paesi e i delegati sono stati oltre 200. Credo sia una gran bella soddisfazione per una città che vuole avere un ruolo internazionale dopo anni di condizione di marginalità».

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