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Magris: no ai micronazionalismi locali (Ansa 29 set)

ST. POELTEN (AUSTRIA), 29 SET – Un deciso "no" ai"micronazionalismi locali", insieme all'analisi dei processo della globalizzazione e della "identità matrioska", è venuto oggi dal saggista e scrittore Claudio Magris nel corso dellac erimonia con la quale il governatore della Bassa Austria, Erwin Proell, gli ha conferito l'onorificenza Croce d'Argento di Commendatore della "Bassa Austria", una delle più alte previste dal Land austriaco. Il rapporto dellla Bassa Austria, regione con circa 1,7milioni di abitanti a sud di Vienna, con l'appartenenza all'Austria, cioé il rapporto fra una Regione e lo Stato – ha detto Magris – è "un esempio molto riuscito di quello che è il rapporto giusto e corretto fra la propria identità più locale, più specifica, che va naturalmente amata e tutelata, ma" che va "compresa sempre come forma di appartenenza a qualcosa di più grande".

"I due pericoli di fronte ai quali ci troviamo – ha spiegato Magris – sono l'ansia della globalizzazione e del livellamento, che ci porta giustamente ad avere paura che tutte le differenze siano cancellate e omologate. Però – ha aggiunto – qualche volta" questa ansia "porta a difendere le differenze in modo selvaggio, facendone degli idoli, chiudendosi in micronazionalismi locali. E' come se io triestino non avessi nulla a che fare con un milanese o un napoletano. E questo sarebbe quasi più brutto della cancellazione". "In questo senso – ha aggiunto Magris – la Bassa Austria è un eccellente esempio di come dovrebbe essere il rapporto fra ogni realtà più locale e limitata, che si tutela, ma integrandosi e accogliendo quella più ampia senza chiudersi esenza considerarsi nemica delle altre".

Magris ha anche analizzato il rapporto fra l'identità locale, quella nazionale e quella sovranazionale, parlando di "identità matrioska". "Io – ha spiegato – sono certamente triestino. Amo la mia città, il mio dialetto, lo parlo continuamente, a casa, con i miei amici, ma – ha subito aggiunto- non sento minimamente più lontana la mia identità italiana che la comprende e che la garantisce. Così – ha aggiunto – come sento profondamente l'identità europea e non mi sento minacciato nell'italianità, domani, da quello che io spero sempre che possa essere uno stato finalmente europeo, con leggi europee. In questo senso – ha concluso – siamo delle matrioske". (ANSA).

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