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«Vogliamo bene agli italiani di Spalato» – 23set13

L’Italia chiude il Consolato, ma ribadisce la sua vicinanza agli italiani di Spalato e della Dalmazia. La soppressione della sede consolare non significa che diritti degli italiani e memoria storica passano in secondo piano: semplicemente si cercano altre vie per difendere la presenza linguistica e culturale. Questo è il messaggio che viene lanciato in questi giorni dai responsabili della Farnesina, con in testa il ministro degli Esteri, Emma Bonino. L’apertura dell’asilo di Zara è un segnale tangibile di quelle che possono essere le vie alternative, di valenza insieme simbolica, ma anche estremamente concreta e valida, per difendere la memoria storica e creare un futuro sostenibile per gli italiani dell’Adriatico orientale.

L’Italia ha sì bisogno di valorizzare storia e cultura, ma deve fare i conti anche con le sfide economiche del presente, tutt’altro che agevoli. Rispondendo a tali sfide, l’Italia potrà rilanciare con ancora maggiore efficacia la sua presenza culturale a livello globale. Il governo e la Farnesina si stanno muovendo in questa direzione. E in questo ambito rientra “Destinazione Italia”, il Piano annunciato nei giorni scorsi e varato dal Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di attrarre investimenti esteri in Italia.

“È un piano al quale diamo molta importanza”, ha sottolineato il presidente del Consiglio Enrico Letta in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Letta ha spiegato che con il piano “Destinazione Italia”, il governo vuole “dare un segnale molto forte al mondo per fare investimenti economici e finanziari” in Italia. Nel corso della conferenza stampa è stato ricordato che l’Italia ha un drammatico bisogno di investimenti esteri, che al momento hanno “cifre troppo basse”.

Letta ha annunciato che “cominceremo nelle prossime settimane un roadshow nelle principali piazze economiche e finanziarie”. Prima tappa a New York la prossima settimana; la seconda tappa sarà nei Paesi del Golfo. “L’Italia – ha detto Letta – non ha paura della globalizzazione, anzi vogliamo stare in questo sistema, con un modello che non è né l’outlet, in cui si svende tutto a poco prezzo, né Fort Apache, in cui si difende con le unghie e coi denti tutto ciò che è italiano”.

Il ministro degli Esteri Emma Bonino nel corso della conferenza stampa ha sottolineato che la Farnesina è particolarmente esposta in questa operazione attraverso il contributo essenziale che dà la rete diplomatica alla realizzazione del piano. Un modo per agevolare e semplificare gli investimenti stranieri, che prevede 50 misure molto “secche e semplici” per risolvere i problemi più grossi che le imprese incontrano venendo in Italia. Il ministro Emma Bonino ha aggiunto che la stessa rete sarà potenziata in alcuni mercati come la Cina, con personale qualificato e specializzato perché “attrarre investimenti non è la stessa cosa di aiutare l’export”. Nell’immediato, è prevista una consultazione pubblica con i soggetti istituzionali e pubblici che durerà 2-3 settimane, il tempo necessario perché tutti i soggetti, pubblici e privati, che vogliono dare un contributo possano farlo. L’adozione definitiva del Piano arriverà a ottobre.

La Farnesina, dunque, è in prima linea in questo grande sforzo teso sia ad attirare investitori che a promuovere l’export italiano anche grazie alla ristrutturazione della rete diplomatico-consolare. “Stiamo chiudendo agenzie in Svizzera”, ha portato ad esempio il capo della diplomazia, “per essere più aperti in zone dove ancora non siamo”, per “una modernizzazione indispensabile”, nonostante “le resistenze che conosciamo e che diamo per scontate in modo da saperle, per superarle”.

“Noi – ha aggiunto Bonino – vogliamo molto bene alla comunità italiana a Spalato, ma forse 42 passaporti all’anno li possiamo fare anche per via telematica, mentre in intere province cinesi, così come in altre parti, non ci siamo proprio”.

La decisione della Farnesina di chiudere il 30 novembre prossimo il Consolato italiano è stata accolta, lo ricordiamo, con grande rammarico dal presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin, e dal presidente della Giunta esecutiva, Maurizio Tremul. I vertici dell’Unione hanno rilevato che la sede consolare spalatina è importante sia per i rimasti, sia per la parte della nostra comunità in esilio e hanno espresso l’auspicio che ci siano spazi di manovra per riconsiderare la decisione sulla chiusura del Consolato.

Che la situazione di Spalato non possa essere paragonata dall’ottica storica a quella di altre realtà nel mondo dove verranno pure chiuse le sedi consolari italiane, lo ha sottolineato anche il senatore Carlo Giovanardi, il quale ha osservato che “a Spalato c’è un futuro da ricostruire: si tratta di una comunità che ha una storia completamente diversa da quelle delle altre dove si stanno chiudendo i relativi consolati”. “A Spalato – ha ribadito il senatore Giovanardi – esiste la necessità di un’attività consolare che non interrompa quel circolo virtuoso che si stava innestando con l’entrata della Croazia in Europa”. Il viceministro degli Esteri, Marta Dassù ha però ribattuto: “È impossibile sottovalutare quello che l’Italia ha fatto per l’ingresso della Croazia nell’Unione europea, che è stato, poi, un ricongiungimento attraverso l’Europa”.

Marta Dassù ha evidenziato, in questo contesto, che si possono trovare “altri modi per difendere diritti, memoria e simboli della storia”. Uno di questi, ha aggiunto, è l’apertura dell’asilo italiano di Zara. E non per niente ha annunciato la sua presenza alla prossima cerimonia d’inaugurazione della scuola materna. L’asilo di Zara, chiamato Pinocchio, va ricordato, ha già iniziato la sua attività, è frequentato da 25 bambini e all’ingresso della sede campeggia una targa bilingue. Si tratta, inoltre, della prima istituzione prescolare privata, fondata dalla comunità nazionale italiana.

Dario Saftich
“la Voce del Popolo” 21 settembre 2013

 

 

 

Spalato, l’ingresso del Consolato italiano (foto www.slobodnadalmacija.com)

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