L’imbarcazione Klizia pronta per le ultime tappe del Ritorno alla Terra dei Padri

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) organizza assieme alla Società Triestina della Vela la presentazione del progetto “Ritorno alla Terra dei Padri”, il viaggio dell’imbarcazione Klizia da Alghero a Trieste nel nome degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia.

Klizia e il suo equipaggio, ora ospitati sul Pontile Istria presso la STV, hanno ripercorso il viaggio a ritroso che 53 famiglie a bordo di 13 pescherecci intrapresero nel 1948 per raggiungere Fertilia presso Alghero (Sardegna).

L’incontro avrà luogo lunedì 18 settembre alle ore 11:30 presso la Triestina della Vela (Pontile Istria, 8 – Trieste).

In questi giorni Klizia è stata sottoposta ad alcune interventi di manutenzione per affrontare in piena efficienza le tappe istriane del Ritorno alla Terra dei Padri, come ci spiega Mauro Manca, portavoce del viaggio evento ideato da Federico Marongiu, esule di seconda generazione che sta viaggiando assieme al padre Giulio, il quale a 85 anni tornerà per la prima volta nella natia Pola, abbandonata all’età di 8 anni durante l’Esodo.

«Il Ritorno alla Terra dei Padri, oltre che un’incredibile occasione per raccontare i valori e la dignità di una intera comunità, e non solo il dolore e la tragedia che l’ha travolta, rappresenta anche una vera e propria “impresa” sotto il profilo umano ed anche sportivo. Si, ci vuole fisico per dormire, mangiare, riposare, lavarsi e “vivere” in una barca di 10 metri in quattro, cinque ed a volte anche in sei. Non si tratta di una serie di uscite in mare a fare il bagno per poi rientrare nella propria casa, ma di una vera e propria rivoluzione rispetto alla vita di tutti i giorni, che talvolta mette alla prova, ma che alla fine regala la soddisfazione di poter dire “ci siamo riusciti”.

Una impresa entusiasmante, di quelle che non si possono dimenticare.

Abbiamo attraccato in oltre 30 porti, tutti sconosciuti per noi. Abbiamo navigato in mari aperti e profondi, ma anche in canali strettissimi, nei quali i bassi fondali erano segnalati dalle “briccole”.

Ora ci aspetta una nuova esperienza, quella dell’Istria Slovena e Croata, con le sue meravigliose calette e le tantissime isolette.

Ma prima di proseguire abbiamo voluto fare una sosta in cantiere per verificare lo scafo del Klizia, messo a dura prova dalle oltre 750 miglia di navigazione e dal lungo trasferimento in camion dal Tirreno all’Adriatico.

Una sosta doverosa, seppur impegnativa sotto vari aspetti.

Ma ora siamo pronti a ripartire, con grande entusiasmo, e con la consapevolezza che oltre i confini del nostro paese ci sono donne e uomini con le nostre stesse radici, che ci aspettano per scrivere, insieme a noi, una importante pagina fatta di INTEGRAZIONE, di VALORI e di COMUNE VOLONTÀ DI COSTRUIRE INSIEME UNO SPIRITO EUROPEO SULLA BASE DELLA COMUNE IDENTITÀ CULTURALE.

Anche questo è il Ritorno alla Terra dei Padri».

 

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