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Le riviste degli Esuli (Il Piccolo 08 ago)

Tenere in piedi giornali e riviste, di questi tempi, non è affar da poco. Ma il popolo degli esuli da Istria, Fiume e Dalmazia ha talmente tante questioni da discutere (l’ultima e poderosa la visita dei tre presidenti italiano, sloveno a croato a Trieste per il concerto «dell’amicizia» di Riccardo Muti) che la pubblicistica è quanto mai vivace.

L’Associazione delle comunità istriane pubblica quindicinalmente «La voce giuliana» con cui consuma, dice il presidente Lorenzo Rovis, quasi tutte le sue risorse: 4300 copie, di cui 600 spedite all’estero. Nel 2008 il giornale ha festeggiato i 50 anni di vita ufficiale (tralasciando i primi fogli editi ancora come Cln dell’Istria). Inoltre cura l’uscita, ora mensile, di un altro storico giornale, «L’Arena di Pola».

L’Unione degli istriani pubblica il bimestrale che porta il nome dell’associazione: «Registrato dal 1968 – dice il presidente Massimiliano Lacota – ha una tiratura di 68 mila copie, ma poi ogni ”Famiglia” aderente pubblica un proprio periodico per divulgare studi e memorie legati alla cittadina o paese d’origine, e in totale sono 15 i diversi periodici pubblicati dall’Unione degli istriani».

L’Anvgd produce mensilmente «Difesa adriatica», nato già nel 1947, e sul sito www.anvgd.it pubblica (oltre che l’indice delle annate) anche «la più completa rassegna stampa quotidiana – afferma – relativa ai temi di interesse». Dal 2006 il periodico ospita una pagina in inglese e una in spagnolo per gli emigrati. L’Irci per parte sua edita «Tempi e cultura», rivista di cultura «che vuole attirare un pubblico il più vasto possibile».

Il mondo dalmata cura il trimestrale «La rivista dalmatica», la Società dalmata di storia patria di Venezia dal 1927 pubblica i suoi volumi di «atti e memorie» e a Trieste con la Fondazione Rustia Traine, nata nel 1988 e oggi diretta da Renzo de’ Vidovich, diffonde «Il Dalmata», giornale fondato a Zara nel 1865, soppresso dall’Austria nel 1916, e rifondato dagli esuli. «Il nostro intento – afferma de’ Vidovich – è adesso di grande apertura verso il mondo croato, vogliamo rivalutare la storia e la cultura italiana della Dalmazia, senza distinzione tra esuli e rimasti».

De’ Vidovich ci tiene a sottolineare che «neanche un euro proviene per le riviste dai fondi messi a disposizione dal Veneto con la legge regionale del 1994». Ed è vero: con quella innovativa legge la Serenissima ha stanziato fino a oggi finanziamenti cospicui per la salvaguardia e il restauro di chiese, ponti, campanili, quadri e palazzi della Dalmazia, per gemellaggi fra città, per teatri e diffusione di riviste, per corsi di lingua, ricerche, convegni. Un sunto (con splendide immagini dei luoghi) è pubblicato nel numero 100 della rivista «Le tre Venezie» col titolo «Il Veneto in Dalmazia».

Ultimo nato in ordine di tempo è uno strumento di diffusione culturale nato già on-line: il Centro di documentazione multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata che ha puntato su Internet per parlare al popolo disperso e ha fra i suoi soci Anvgd, Lega nazionale, Liberi Comuni in esilio di Fiume e Zara e Provincia di Trieste. Pubblica la newsletter Arcipelago Adriatico news, fa da redazione alla «Voce del popolo» e dal 2003 ha curato una trentina di eventi. «Ma la crisi e la lunga attesa dei finanziamenti ministeriali già approvati – dice la responsabile Rosanna Giuricin – ci stanno mettendo in crisi, molti i tagli nel calendario degli eventi». Il principale però rimane. Ed è sempre nel segno dei libri. (g.z.)

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