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Le cronache del Giorno del Ricordo a Padova

Anche quest’anno il Comitato di Padova ha organizzato per il Giorno del Ricordo un programma ricco di interventi a dimostrazione di un impegno forte e convinto nel far conoscere e divulgare la nostra storia e la nostra cultura.

Sabato 5 febbraio, nell’Agorà del Centro Culturale S.Gaetano-Altinate, lo storico e scrittore Guido Rumici ha presentato la Mostra fotografica “ Giorno del Ricordo” che costituisce, nella sua essenzialità  e chiarezza, un richiamo per incuriosire e interessare soprattutto i giovani  che desiderino approfondire una così grande  tragedia. Il metodo seguito dall’autore è  quello di contestualizzare le vicende e di seguire un percorso storico- umano-culturale che metta in evidenza l’italianità delle terre perdute e  ci aiuti a capire il perché degli eventi dolorosi.
Molte le domande dei presenti a cui il prof. Rumici ha risposto con la consueta efficacia e incisività. Per quanto riguarda l’ondata di giustificazionismo, riduzionismo e negazionismo s’è detto pessimista a breve termine, ma ottimista a lungo termine, perché sulle nostre vicende pesa ancora l’etichetta politica e il pregiudizio ideologico. Sul presente, riguardo ai rapporti con Sloveni e Croati, risponde che uno spiraglio di apertura lo dimostrano i giovani storici croati che talvolta sembrano più avanti di certi storici italiani.
E’ seguita la coinvolgente ed emozionante testimonianza di Tullio Canevari sulla sua esperienza di ospite nel Convitto ”Fabio Filzi” di Gorizia assieme a tanti altri giovani giuliano-dalmati che hanno pensato di raccogliere in un libro, “Ierimo del Filzi” ricordi di vita, momenti di studio, di svago e di sport tra le mura del collegio e fuori, ma anche emozioni, sentimenti e riflessioni che si riassumono nel riconoscere  il grande valore formativo ed educativo di  quell’esperienza, che, per Tullio Canevari, orfano di padre, esule da Brioni, è durata nove anni.

Lunedì 7 febbraio l’Auditorium del Centro Culturale era gremito, di gente nostra, ma soprattutto padovana, accorsa ad ascoltare la presentazione del libro, ormai famoso, del prof. Stefano Zecchi “Quando mi batteva forte il cuore”. Evocando emozioni e ricordi, la storia ha veramente toccato le corde più profonde dell’animo di chi quei momenti li ha vissuti e ha coinvolto emotivamente chi invece ne sentiva parlare per la prima volta. L’aver inserito in un  contesto storico reale e drammaticamente vero la micro storia intima e toccante di una famiglia, e in particolare il difficile, ma intenso rapporto tra padre e figlio che vivono i momenti difficili  dell’esodo, risulta quanto mai significativo e importante ai fini della conoscenza della nostra tragedia da parte di chi ancora la ignora.
L’incontro è stato ravvivato dalle stimolanti domande del prof. Giampietro Vecchiato sui punti salienti e qualificanti del percorso seguito dall’autore, le cui risposte hanno creato una bella atmosfera di affettuosa partecipazione. A conclusione la nostra Presidente, prof. Italia Giacca ha ringraziato l’autore per “averci fatto battere forte il cuore” e tutti i presenti per i “sentimenti condivisi”.

Mercoledì 10 febbraio, alle ore 10, davanti a Palazzo Moroni, sede del Municipio, ha avuto luogo la cerimonia istituzionale di commemorazione del Giorno del Ricordo alla presenza delle autorità civili e militari. La solennità del momento è iniziata con la deposizione di una corona d’alloro sulla lapide che ricorda i martiri delle foibe, con l’accompagnamento della fanfara dei bersaglieri in congedo, tra  numerosi labari delle Associazioni combattentistiche e d’Arma e i gonfaloni del Comune, della Provincia e dell’Università.
Ha preso quindi la parola il Sindaco, Flavio Zanonato, ricordando che “Padova fin dal 2004 ha posto rimedio a tanti anni di oblìo e di rimozione responsabili di  quelle  profonde ferite che durano ancora oggi.” Per dare riconoscimento a fatti troppo a lungo dimenticati, fa presente che “sabato 6 febbraio, ragazzi di quattro Istituti superiori della città hanno visitato la Risiera di San Sabba, la Foiba di Basovizza e il Campo Profughi di Padriciano. Dopo questa giornata carica di significato i giovani studenti sono ritornati a casa più informati, più consapevoli, umanamente più ricchi. Perciò la memoria storica trasmessa alle nuove generazioni, senza mai negare la verità, ha un valore altamente educativo per non commettere più gli orrori del passato”.
L’Assessore Provinciale, Enrico Pavanetto, ha messo in evidenza che ”Ora che celebriamo i 150 anni dell’ Unità d’Italia non dobbiamo dimenticare che al processo di unificazione hanno contribuito anche quelle regioni che successivamente le vicende storiche hanno distaccato dal territorio nazionale: Istria, Fiume e Dalmazia, le cui popolazioni hanno fatto, con l’esodo, una scelta consapevole di Italianità”.
Significativo è stato l’intervento del Rettore dell’Università di Padova, Giuseppe Zaccaria. Dopo aver inquadrato storicamente la figura di Norma Cossetto in quel periodo in cui “ un progetto egemonico ed espansionistico aveva negato la vita a innocenti, colpevoli solo di essere italiani”, ha pubblicamente reso omaggio alla memoria della giovane studentessa  con la targa che, su richiesta del Comitato dell’ANVG di Padova, il Senato Accademico  ha dedicato, in questa particolare giornata, alla giovane studentessa torturata e uccisa  “ che non aveva voluto collaborare,  per restare fedele alla causa dell’italianità, alla quale si sentiva legata senza alcun calcolo di convenienza”.
Sono seguite poi le vibranti parole della Presidente, Italia Giacca: “Chiediamo un momento di attenzione solo per i morti infoibati, solo per loro in questo giorno. A chi vuole richiamare altre tragedie, addurre altre colpe, a chi vuol fare paragoni fuorvianti, giungendo ad assurde tesi di giustificazionismo, se non addirittura di negazionismo, chiediamo solo rispetto per questa tragedia e questo dolore, perché noi italiani di quelle terre abbiamo pagato per tutti. Pagato in vite umane, pagato nell’abbandonare la terra natìa, pagato con lo sradicamento sociale, pagato con le tante umiliazioni subite, pagato con il silenzio durato 60 anni, treno diretto verso l’oblìo”.
La cerimonia, presenti le autorità cittadine, si è conclusa nel cortile nuovo del Bo,l’ ateneo patavino,  con lo scoprimento della  lapide dedicata a Norma e  situata vicino a quella dedicata agli studenti universitari  ungheresi che fuggivano dal comunismo, dopo la fallita rivoluzione del 1956.  Queste le parole impresse, con le quali il Senato Accademico ha reso omaggio alla giovane studentessa istriana barbaramente uccisa dai partigiani di Tito.

Per ricordare gli Italiani e le Italiane
vittime di inumana ferocia in Istria e Dalmazia
negli anni eroici e tragici della guerra di liberazione
e delle pulizie etniche
colpevoli solo di aver difeso
e pagato con la morte o l’esilio
l’italianità delle terre natìe
l’UNIVERSITA’ di PADOVA
dedica a loro e con loro
a NORMA COSSETTO
studentessa dell’Ateneo
medaglia d’oro al merito civile
ad onore del loro sacrificio
per la patria e la libertà.

A seguire nella bella chiesa di San Nicolò, in raccoglimento religioso abbiamo assistito alla S.Messa officiata dal nostro caro amico, don Alberto Celeghin. Un pensiero iniziale della Presidente verso tutti gli infoibati, tra cui molti sacerdoti, e un particolare ricordo di mons.Antonio Santin, che ha accompagnato gli istriani in esilio, per lunghi anni a Trieste, e  ha promosso la causa di beatificazione di Francesco Bonifacio. Nell’omelia poi, don Alberto ha ricordato tutti i nostri martiri “vittime di un disegno aberrante, frutto di errori e di ideologia “.
Al pomeriggio una significativa cerimonia a San Giorgio in Bosco (Padova), dove l’amministrazione comunale ha voluto, nel Giorno del Ricordo, porre una lapide in marmo per onorare la nostra tragedia sulla facciata del Municipio.
Il rito, alla presenza di ben dieci sindaci dell’Alta Padovana, di numerosi cittadini tra cui anche studenti, si è svolta in un clima di commossa partecipazione. Dopo la benedizione della lapide, il saluto del Sindaco Renato Miattello e dell’Assessore Enrica Zanon; sono seguiti quindi gli interventi di Marco Pirina e di Italia Giacca, che ha sottolineato il valore del Giorno del Ricordo, portando la sua testimonianza di esule istriana.

Sabato 12 febbraio semplice, ma toccante, cerimonia a Maserà di Padova dove, grazie all’assessore Volponi, la commemorazione per il Giorno del Ricordo, si è tenuta nel giardino del plesso scolastico, presenti gli scolari delle scuole elementari e medie. L’assessore ha rivolto il suo saluto, a nome  dell’amministrazione comunale, spiegando che ha voluto onorare la tragedia dei morti infoibati e dell’esilio proprio lì, con i giovani, perché sappiano ciò che per tanti anni è stato nascosto e quanto abbiano sofferto gli istriani, fiumani, dalmati. Quindi la testimonianza di Italia Giacca, i suoi ricordi di bambina-esule, che poi, con il passare degli anni ha capito il dramma vissuto dai genitori… E’ seguita la benedizione del tricolore, quindi l’ alzabandiera accompagnato dall’inno di Mameli: un rito semplice, ma significativo, che i ragazzi hanno seguito con serietà e commozione.
Ancora sabato, 12 febbraio, alle ore 20.45 nell’Auditorium del Centro Culturale S. Gaetano, un folto pubblico composto non solo da esuli, ma anche da padovani ha assistito alla proiezione del film storico di Mario Bonnard “ La città dolente”, presentato e poi commentato dal  critico cinematografico Alessandro Cuk.
La visione, preceduta da una chiara e interessante introduzione che ha messo in evidenza l’unicità del film e la sua specificità per essere stato girato quasi contemporaneamente agli avvenimenti dell’esodo da Pola, ha catturato l’attenzione e la curiosità del numeroso pubblico anche per la presenza di sceneggiatori che poi raggiungeranno grandi livelli, Federico Fellini nel cinema, Anton Giulio Majano nella televisione, Aldo De  Benedetti nel teatro. Il film, pur con sue manchevolezze, è piaciuto perché con grande autenticità ha saputo creare l’atmosfera dell’epoca, il dramma lacerante  di coloro che partivano e quello dirompente dei rimasti delusi dal comunismo.

Mercoledì 23 febbraio, nell’Auditorium del Tempio dell’Internato Ignoto, Mario Grassi ha presentato e commentato tre filmati d’epoca sulla nostra tragedia  che ha interessato molto il folto pubblico, composto soprattutto da padovani, che alla fine hanno rivolto all’oratore molte  significative domande.

Sabato 26 febbraio al Centro Culturale S.Gaetano, con gli interventi di giovani della terza generazione, impegnati, responsabili e appassionati, si sono concluse le iniziative del Comitato di Padova con la presentazione di due libri ”Dall’epistolario di Alberto Fortis: destinazione Dalmazia” e “Un anno in Istria “.
La consigliera comunale Beatrice Autizzi, che ha portato i saluti del Sindaco e dell’Amministrazione comunale, ha sottolineato il significato profondo dell’Epistolario del Fortis, abate padovano, nel mettere in contatto culturale le due sponde dell’Adriatico a dimostrazione di rapporti stretti tra Padova e la Dalmazia dove il Fortis si sentiva a casa più che a Padova.
Il libro, scritto dalla giovane ricercatrice istriana Luana Giurgevich, nativa di Cittanova, rappresenta il primo volume di una collana intitolata “Fonti e studi per la storia dell’Adriatico Orientale, con cui la Società di Studi storici e geografici di Pirano, della quale è Presidente il giovane storico e ricercatore, Kristian Knez, intende procedere, come lui stesso ha sottolineato, per “ricostruire la realtà dei tempi andati o incentrati sul ricco retaggio storico-culturale di questa parte d’Europa, da sempre zona di contatto e d’incontro di realtà diverse, i cui intrecci culturali, artistici e commerciali hanno modellato un ambiente le cui peculiarità sono tuttora evidenti”. L’abate padovano che fu grande uomo di cultura, naturalista, antiquario, collezionista, antropologo con le sue lettere testimonia questa fitta rete di rapporti umani e culturali.
Il libro “Un anno in Istria“ di Rosanna Turcinovich Giuricin, giornalista nata a Rovigno, viene presentato nel suo contenuto (storia, tradizioni, gastronomia, prodotti, ricette, curiosità) dalla giornalista Rossana Poletti, triestina di famiglia isolana e poi dall’autrice che ci introduce nella sfera dei sentimenti per farci capire il motivo ispiratore: l’amore per la terra natìa, il bisogno profondo dell’animo di ripercorrerne la storia in cerca dei segni antichi, mai scomparsi e ora rinnovati nei profumi, negli odori del vino, dell’olio, del prosciutto, nelle ricette della tradizione, fortunatamente recuperate dall’impegno di un gran numero di giovani che hanno saputo scoprire e valorizzato la campagna. Così il turista può cogliere questi sapori in tutte le stagioni dell’anno.

Inoltre, con impegno sempre convinto, Adriana Ivanov, Franca Dapas, Mario Grassi, Elio Ricciardi stanno realizzando incontri nelle scuole medie e superiori di mattina, appuntamenti che, iniziati a fine gennaio, si protrarranno fino ad aprile, mentre di sera sono intervenuti in sedi comunali o di quartiere.

© F.D. per ANVGD Padova

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