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La Voce del Popolo – 130807 – L’incanto di atmosfere antiche tra i portali di Zara

ZARA – Semmai vi capitasse di andare raminghi e solitari in terra di Dalmazia con tappa nella bella e antica Zara, già capoluogo della provincia dalmata della Serenissima, non transitate per le sue vetuste e signorili calli "come una valigia", non passate indifferenti tra le sue tante e silenti preziosità architettoniche ed artistiche, non fatevi sfuggire all’incanto delle atmosfere antiche e della visione della sapiente e creativa mano umana che attraverso i secoli hanno adornato la città di un nobile manto.
Certo, c'è il mare, immenso e azzurrino che parla di promesse di altri mondi e di …"frescura"; tuttavia, occhio al Bello! Anche perché in un mondo ormai architettonicamente omologato, "serializzato" quanto freddo e uniforme, di umano e di artigianale, ormai, c'è niente.
Alzate lo sguardo per ammirare i palazzi gentilizi adorni di bifore, di stemmi… di solenni portali.
Ecco, il Portale; anzi, i Portali zaratini nella loro pluridimensionalità storica, artistica, simbolica, letteraria, architettonica che diventano oggetto di ricerca e presentazione grazie al libro bilingue – pubblicato dalla Comunità degli Italiani di Zara con il contributo della Regione Veneto, del Centro di Ricerche Culturali Dalmate, dell'Unione Italiana e dell'Università Popolare di Trieste – "Portali di Zara/Zadarski portali". Un volume che mettendo in primo piano il Portale ci guida in un affondo, in un excursus storico culturale dalmata che dal Medioevo sale fino al Novecento.
Intanto il Portale sin dai tempi antichi è carico di simbologia. La Porta cittadina (Porta Urbica) è punto d'incontro e di separazione del mondo esterno e del mondo domestico. In Grecia la Porta è il luogo di Hermes, protettore della soglia domestica. Presso i romani è Giano il custode delle Porte celesti mentre in epoca medievale la Porta Sacra simboleggia l'ingresso nella Vita Eterna, è la raffigurazione della Porta del Regno dei Cieli, ossia del Cristo che con il suo sacrificio apre all'uomo la Porta della Salvezza. Elemento essenziale delle cattedrali romaniche e barocche, il Portale si riveste di immagini e del racconto della Parola. Nel Rinascimento laico il Portale esprime, nella sua dignità ed armonia di dimensioni la potenza del singolo nobile. In epoca moderna la simbologia del portale decade a motivo di un appiattimento dei valori e delle innovazioni tecnologiche.
Gli Archi di Trionfo e gli Archi Onorari, poi, sono tutto un discorso a parte.
Ma veniamo alla città dalmata dei portali. Non possiamo non iniziare con la splendida Porta di Terra Ferma (Kopnena Vrata), il monumento veneto di maggior valore in tutta la Dalmazia. Costruito nel 1543 secondo il progetto del prestigioso architetto veronese Michele Sanmicheli, la pietra principale dell'arco, sull'apertura centrale, porta scolpita la figura di San Grisogono a cavallo, lo stemma della città di Zara; il tutto sovrastato dal leone marciano, stemma della Repubblica di Venezia.
Un autentico Arco di Trionfo è invece Porta Marina, costruita nel 1573 per celebrare la vittoria della cristianità sui maomettani, conseguita con la battaglia di Lepanto nel 1571. Nella parte interna, rivolta alla città s'incorpora ad un arco romano sopra la cui lapide signoreggia lo stemma zaratino con S. Grisogono cavaliere.
Uno spettacolo quasi senza pari è il portale di S. Anastasia, la più grande cattedrale della Dalmazia, costruita in stile tardo romanico nel corso del '100 e '200, consacrata nel 1285. La lunetta del portale principale – con stipiti romanici – si fregia di un rilievo gotico datato 1324. Sui portali laterali sono state riscontrate tracce di cromie blu e dorate.
Ma veniamo ai Palazzi gentilizi. Un esempio interessante di portale rinascimentale – i cui capitelli supportati da stipiti a caneluri sorreggono una lunetta recante un non identificato stemma nobiliare – si trova in Calle Angelo Diedo (Ulica Mate karamana). Altro splendido esempio di portale rinascimentale è quello di Palazzo Nassis del 1486.
Da non perdere assolutamente il portale cinquecentesco di Palazzo Civalelli, di monumentale dignità, segnato dalla rigorosa semplicità dello stipite e la severa ricchezza dell'architrave adorno di metope e triglifi "festeggianti" lo stemma nobiliare centralmente posizionato. E poi il portale barocco (1623) di Palazzo Califfi e quello rinascimentale di Palazzo Fanfogna, il portale gotico di Palazzo Patrizio (Calle del Monte-Via Prodan) e di Palazzo Rotta; il rappresentativo soglio barocco di Palazzo Fozza del 1641 (Via Borelli), quello romanico di San Grisogono, il portale tardo barocco dei San Francesco, la più antica chiesa gotica dalmata…
Il volume rappresenta un bellissimo omaggio a Zara antica; peccato tuttavia che certe "stranezze" linguistiche (in lingua italiana) a livello di sintassi, a volte, non facilitino l'immediata comprensione del testo.

Patrizia Venucci Merdž

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