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La Voce del Popolo – 031207 – Croazia, sopravvivere diventa un’arte

ZAGABRIA – Da esattamente un anno a questa parte, statistiche alla mano, il costo della vita in Croazia ha subito un aumento dell’otto per cento. Si dovrebbe trattare, però, soltanto di una goccia nell’oceano se si tiene conto delle prossime lievitazioni, già annunciate, oppure di quelle in vigore da qualche giorno e applicate senza preavviso alcuno, dal giorno alla notte. Se tutte le previsioni dovessero venire rispettate, allora la vita dei cittadini croati potrebbe trasformarsi in un’arte della sopravvivenza.
Dall’ottobre del 2007 fino allo stesso mese dell’anno in corso, la sola verdura ha fatto un balzo del trenta per cento mentre i prezzi dei generi alimentari in generale sono cresciuti in media dell’otto per cento. I primi giorni di dicembre sono stati caratterizzati da una maggiorazione dei prezzi del latte e dei latticini, saliti in media tra l’8 e il 15 per cento. Sono stati modificati anche i prezzi di vendita dell’olio, saliti addirittura del cinquanta per cento, per cui per un litro bisogna ora sborsare anche fino a sedici kune. Non vanno dimenticate nemmeno le uova, che ora vengono vendute anche fino a due kune al pezzo.
Gli aumenti si sono verificati – è una considerazione che viene naturale – nel periodo più “infelice”, ossia quando tutti si stanno preparando agli acquisti in vista delle festività di fine anno. Come se non bastasse, le stangate peggiori dovrebbero appena arrivare. Si prevedono, infatti, prossimi aumenti dei prezzi di tutti i tipi di bevande. La ragione, in questo caso, andrebbe ricercata nei nuovi indennizzi per gli imballaggi che andranno a carico degli acquirenti, rispettivamente nei prezzi di vendita al dettaglio. Stando a quanto annunciato, i vini, i succhi di frutta, il latte e via dicendo, saranno più cari per circa 0,30 kune.

Rincari ingiustificati

“Tutti i prezzi stanno salendo in modo ingiustificato. Restano invariate soltanto le paghe e le pensioni. I nostri produttori giustificano questo fatto con l’ondata di aumenti in Europa, anche se i dati statistici illustrano che si è trattato di aumenti minimi, ossia dello 0,5 per cento. Ci troviamo di fronte a un effetto domino, per cui aumenta tutto quanto, circostanza che viene sfruttata dai commercianti”, afferma Ana Knežević, presidente della Confederazione del sindacato autonomo della Croazia (SSSH). Secondo i calcoli di questa organizzazione sindacale, il prezzo del latte e dell’olio è superiore, tanto per fare un esempio, di quello in vigore in Bosnia ed Erzegovina e in Slovenia. In quest’ultimo Paese, la paga media è di 1000 euro, in Croazia di 650. “Gli sloveni, però, protestano e pretendono paghe più alte. Noi no…”, aggiunge Ana Knežević.
Continuando ad analizzare i dati statistici, risulta che in Croazia un litro di latte costa in media 5,09 kune, in Slovenia 4,33 e in Bosnia ed Erzegovina 4,20 kune. In Croazia un litro d’olio costa 15, in Slovenia 10, in Bosnia ed Erzegovina 12,50 kune. In futuro, i croati pagheranno dieci uova 15,36 kune, gli sloveni 12,45 mentre gli abitanti della Bosnia ed Erzegovina otto kune.

Vivere costa più che nei Paesi dell’Ue

Ana Knežević ha spiegato che i Paesi dell’Unione europea, nonostante abbiano dovuto affrontare un lungo periodo di siccità, hanno fatto lievitare il prezzo delle verdure soltanto del due-tre per cento, mentre da noi il rincaro è stato del trenta per cento! “In dicembre ci attende un’inflazione mensile del cinque per cento mentre già ora i generi alimentari e le spese di regia si mangiano il sessanta per cento delle entrate. Nei Paesi dell’UE, non si va oltre al trenta per cento. E dire che da loro i prezzi di regia sono inferiori ai nostri e, ovviamente, le paghe più alte”, spiega la leader sindacale.
Nonostante tutto, come si prevede, i croati spenderanno in dicembre dai 12 ai 12,5 miliardi di kune, ossia quasi 1,5 miliardi in più rispetto allo scorso anno. L’indebitamento globale dei cittadini supererà i 110 miliardi di kune mentre il paniere per una famiglia media di quattro persone arriverà a 6.500 kune, che saranno sufficienti per coprire il settanta per cento delle necessità fondamentali.

 

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