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La Slovenia non paga, l’Onu la punisce (Il Piccolo 17ott13)

A causa della crisi economica e dei cospicui tagli al bilancio dello Stato, ma anche a causa della mancanza di una seria programmazione di spesa, la Slovenia rischia di vedersi tolto il diritto di voto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lubiana infatti sarà sanzionata dall’Onu se entro fine anno non verserà almeno 5,8 milioni di euro oppure 7,8 milioni di dollari per finanziare le missioni di pace targate Nazioni Unite. Il regolamento del Palazzo di vetro, infatti, parla chiaro. Quando il debito di un Paese nei confronti dell’organizzazione internazionale raggiunge o supera l’importo dovuto dallo stesso negli ultimi due anni questo perde il diritto di voto all’Assemblea generale.

Come spiegano al ministero degli Esteri di Lubiana, la Slovenia fino al 2009 ha pagato regolarmente le sue quote alle Nazioni Unite. L’anno successivo, invece, sono iniziati i problemi con il bilancio dello Stato che non riusciva più a coprire tutte le spese. All’Onu la Slovenia deve pagare annualmente una partecipazione per le spese di gestione dell’ordinaria amministrazione, più un importo per le spese relative alle missioni di pace gestite nel mondo dall’Onu.

Fino ad ora, come riportato dal quotidiano lubianese Delo, la Slovenia ha pagato regolarmente la sua “quota” per quanto riguarda l’ordinaria amministrazione, mentre dal 2010 in avanti si sono registrate difficoltà per la parte finanziaria relativa alle missioni internazionali di pace. Negli ultimi tre anni Lubiana non ha versato nelle casse delle Nazioni Unite relativamente alle missioni neppure un euro.

Il debito è così schizzato a quota 16,46 milioni di dollari nei confronti del Palazzo di vetro. Dunque, a norma di regolamento Onu, se la Slovenia quest’anno non verserà almeno 5,8 milioni di euro perderà il diritto di voto all’Assemblea generale perché avrà oltrepassato il limite previsto di due annualità.

Al ministero degli Esteri di Lubiana stanno cercando di correre ai ripari. Ma la “coperta” finanziaria del Paese è molto, ma molto corta. Quindi il governo dovrebbe approvare a breve una richiesta di pagamento rateale del debito alle Nazioni Unite. Si apre dunque la discussione per elaborare un metodo sistematico relativo ai pagamenti a favore delle varie organizzazioni internazionali di cui il Paese fa parte. L’accumulo del debito nei confronti dell’Onu da parte della Slovenia è dovuto al sistematico annuale taglio delle risorse riservate in sede di legge Finanziaria al ministero degli Esteri.

La legge di stabilità appena varata per il 2014 prevede un appannaggio per la diplomazia slovena pari a 62 milioni di euro mentre l’ultima revisione del bilancio per il 2013 aveva previsto la messa a posta di 75 milioni di euro.

Il risparmio “chiave” di 19 milioni di euro che il ministero degli Esteri sarebbe riuscito ad attuare si cela sotto il capitolo “Cooperazione multilaterale”. In esso si ascrivono sia gli obblighi finanziari nei confronti delle Nazioni Unite, ma anche nei confronti dell’Osce (pari a 2,8 milioni di euro), la partecipazione al Fondo di sviluppo europeo (5,85 milioni di euro) nonché gli importi da versare alle altre organizzazioni internazionali di cui la Slovenia fa parte. Secondo fonti non ufficiali, riportate dal Delo, sarebbe in corso una trattativa tra ministero degli Esteri e ministero delle Finanze per trasferire a quest’ultimo gli obblighi di pagamento nei confronti delle organizzazioni internazionali, ma assicurazioni che la manovra vada in porto, almeno al momento, non ce ne sono.

Così come non ci sono assicurazioni che la Slovenia dal 1 gennaio del 2014 conservi il suo diritto di voto nei lavori dell’Assemblea generale dell’Onu. E per la “piccola” repubblica sarebbe uno “schiaffo” molto pesante alla sua credibilità internazionale.

Mauro Manzin
www.ilpiccolo.it 17 ottobre 2013

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