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La moda di abitare sulle isole dalmate (Il Piccolo 17 ott)

di ANDREA MARSANICH

LUSSINPICCOLO Le isole quarnerine e le isole del resto dell’Adriatico sono la destinazione ideale per gente che arriva dalla terraferma e intende vivere in aree poco popolate. Sono bellissime dal punto di vista paesaggistico e hanno un clima salubre. Negli ultimi anni sono sempre più numerosi i pensionati, gli intellettuali e gli artisti, che – giunti dalla terraferma – si stabiliscono nella regione insulare croata, convinti di avere fatto la scelta di vita migliore.

Secondo il demografo croato Ivan Lajic, è un trend destinato a irrobustirsi negli anni a venire, senza assumere però le caratteristiche di vera e propria invasione: «Abbiamo un ripopolamento dovuto ad ex lavoratori, artisti, intellettuali, oppure a uomini che non hanno mai studiato agronomia ma che vanno a vivere nelle isole per occuparsi di olivicoltura o viticoltura. Sono gruppi atipici di migranti che arrivano soprattutto dai Paesi dell’ Europa settentrionale, occidentale e centrale».

Secondo Lajic queste categorie portano e porteranno inevitabilmente a modifiche delle condizioni di vita nei centri isolani, trattandosi di persone che per decenni hanno vissuto nelle democrazie occidentali.

Neoisolani, insomma, in grado di imporre nuovi valori e richieste, tra le quali un migliore standard di prestazioni sanitarie, più manifestazioni culturali e in genere un miglioramento di tutti i tipi di servizi.

Ma a prescindere da queste “new entry”, gli esperti ritengono che la popolazione isolana sia destinata a decrescere, rispettando l’andamento demografico che viene evidenziato da ogni censimento, a partire da quello del 1931.

Comunque, nel 2001, anno dell’ultimo censimento, la popolazione insulare croata era di 124.162 unità (il 2,76 per cento della popolazione complessiva), dieci anni prima ammontava a 123.857. Dunque, era prarticamente invariata.

Si ha però ragione di credere che la popolazione isolana del Quarnero, la più numerosa rispetto alle altre regioni adriatiche con i suoi 39 mila abitanti, sia al contraria destinata a non scendere di numero nel prossimo decennio.

In base ad uno studio di Lajic sulla Contea litoraneo–montana, ossia sulla regione di Fiume, il numero di abitanti dovrebbe calare entro il 2021, ad eccezione della popolazione che vive a Veglia, Cherso, Arbe, Lussino, Sanpiero, Sansego, Unie e nelle due Canidole. Le proiezioni demografiche indicano che i 306 mila abitanti della regione del Quarnero e Gorski kotar potrebbero toccare le 285 mila unità fra dieci anni. Il decremento riguarderebbe la fascia costiera della terraferma, Fiume compresa, come pure l’entroterra montano. Non così invece le proiezioni per la popolazione isolana, che aumenterebbe di poco più di 250 unità. Ad essere precisi, lo studio indica l’aumento della popolazione a Veglia città, Malinska, Dubasnica, Castelmuschio, Verbenico, Bescanuova, Dobrinj, Arbe e Lopar e lievi cali a Cherso, Lussinpiccolo e Ponte. «I risultati del censimento 2011 – ha rilevato Lajic – costituiranno una solida base per le previsioni riguardanti il futuro andamento demografico sulle isole. Sono convinto che a incidere in futuro sul numero della popolazione insulare sarà anche l’ingresso della Croazia nell’Unione europea».

Lajic però ha espresso infine la convinzione che le isole costituiranno, per il caratteristico e quasi immutato stile di vita, l’ultimo bastione dell’antiglobalizzazione.

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