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Karadzic all’Aja: fu una guerra giusta (Il Piccolo 02 mar)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Tribunale dell’Aja: il grande alchimista della guerra in Bosnia, Radovan Karadzic, imputato di genocidio e crimini contro l’umanità, decide di rispondere alle domande dei giudici. Inconfondibile ciuffo scomposto sulla fronte, indossa un impeccabile completo marrone stile vecchia nomenklatura comunista ex jugoslava. È la prima volta che appare nell’aula del Tribunale internazionale, e, come è nel suo stile, lo fa da protagonista.

«Tutto quello che i serbi hanno fatto è difendersi e ora tutto questo viene trattato come un crimine», ha detto Karadzic, parlando dai banchi della difesa e non degli imputati, avendo scelto di difendersi personalmente e per questo ritardando l'avvio del processo di quattro mesi, con la giustificazione di non avere avuto abbastanza tempo per prepararsi.

Riferendosi spesso a sè stesso in terza persona, Karadzic si è avvalso anche di video e di foto, come quella che, a suo dire, mostrava un soldato musulmano con in mano la testa mozzata di un soldato serbo, per dimostrare di non avere fatto altro che difendere la nazione serba. «La sua causa – ha detto l'ex capo dei serbi di Bosnia – è giusta e sacra».

Una divisione della Jugoslavia era impossibile senza una guerra, ha sottolineato. «Karadzic e il popolo serbo in Bosnia Erzegovina hanno fatto tutto il possibile per evitarla», ha detto l'imputato nella sua autodifesa. La nostra unica intenzione, ha sostenuto, era quella di «salvare la pelle e i nostri averi».

Quanto a Srebrenica, Karadzic ha nuovamente respinto tutte le accuse, affermando che si è trattato di una reazione a «una provocazione» dei musulmani di Bosnia, che volevano «fondare uno stato islamico».

Karadzic, arrestato a Belgrado nel luglio 2008 dopo tredici anni di latitanza, nel suo intervento di cinque ore ha anche accusato il Tpi di usare «leggi mafiose» e il procuratore di avere «fabbricato» le prove. «Non c'è mai stata intenzione e ancora meno un piano per espellere i musulmani e i croati dalla Repubblica serba di Bosnia», ha affermato Karadzic,che riprenderà oggi la sua autodifesa.

Le farneticazioni del neuropsichiatra di pale, criminale di guerra con l’hobby della poesia, continuano. Mentre l'ex presidente dell'autoproclamata repubblica serba di Bosnia cominciava il suo intervento davanti ai giudici del Tpi, le madri di Srebrenica hanno manifestato all'Aja per chiedere giustizia. «Siamo qui per dire al mondo intero che le vittime sono ancora vive e che vogliono verità e giustizia», ha detto Melina Hadziselimovic.

Ricordiamo che fra il 1992 e il 1995 il conflitto causò circa 100.000 morti, due milioni di rifugiati e culminò nel luglio '95 nel massacro di Srebrenica, il peggiore in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel quale vennero trucidati 7.000 uomini e ragazzi musulmani.

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