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IRCI, uno spazio permanente alla mostra Kolmann&Josè

«La mostra di Kolmann&Josè ha avuto più visitatori di quella di Nereo Rocco». Chiara Vigini, presidente dell’Irci (Istituto regionale per la cultura istriano fiumano dalmata di Trieste), non è sportiva. E rivendica con orgoglio il successo della rassegna “La satira disegnata in una città di frontiera” che chiude oggi i battenti. Le ottomila presenze sono state superate di slancio dopo la proroga a grande richiesta della mostra allestita al piano terra del Civico museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata di via Torino. L’effetto Barcolana sarà sufficiente a garantire il sorpasso definitivo. La Cittadella di Carpinteri&Faraguna batte il Paròn. Si può sempre dire che non c’era partita visto che la mostra al Magazzino 26 era a pagamento e quella di via Torino a ingresso libero.

 

Ma non c’era partita neppure sui costi: la mostra di Rocco è costata centinaia di migliaia di euro e l’altra poche migliaia. «Devo riconoscere l’ottimo lavoro svolto dal direttore Piero Delbello e quello dei volontari senza i quali la mostra non sarebbe stata aperta» dichiara la presidente Vigini chiudendo così alcune polemiche sull’indirizzo politico dell’Istituto (un po’ troppo di destra, secondo alcuni) e sul ruolo degli esuli volontari. La mostra dei disegnatori Josè e Kolmann, ai quali in futuro verrà dedicato uno spazio permanente all’interno del museo, è destinata a essere replicata a Monfalcone e forse pure a Fiume.

 

E il successo dell’iniziativa sarà un motivo da far valere con il Comune, con il quale è in fase di definizione una convenzione per la gestione del museo che attualmente è più chiuso che aperto. «Il direttore è già Maria Masau Dan, direttore dei musei civici. Resta da capire quale sarà il nostro ruolo, quello dell’Irci, visto che i materiali del museo sono di nostra proprietà. Per noi è importante che il museo entri a far parte a pieno titolo della rete dei civici musei. Si tratta di un importante riconoscimento». E i tempi? «Serve ancora qualche mese. All’inizio del 2013 il museo della civiltà istriana dovrebbe aprire come museo civico. Con Masau Dan stiamo lavorando in perfetta intesa» assicura la presidente dell’Irci che vuole rimuovere una volta per tutte la polemica sul nome del museo, “civiltà istriana” (e non semplicemente cultura), che qualcuno considera un falso storico. «È una polemica archeologica. Io voglio pensare al futuro e non al passato. La civiltà istriana è sempre esistita».

 

Lunedì scorso si è tenuto un direttivo dell’istituto nel quale è stata definita la programmazione dell’attività che comprende convegni, mostre, pubblicazioni di libri e manifestazioni varie. Diverse le iniziative oltreconfine. A fine novembre si terrà a Pirano un convegno sui Gravisi di Capodistria. L’8 aprile 2013 a Lubiana si svolgerà un convegno sul “diabolico” Tartini in collaborazione con Accademia di scienze e arti di Slovenia, Conservatorio di Trieste e Università di Padova. Le prossime mostre vedranno protagonisti gli artisti Giovanni Craglietto (novembre-dicembre) e Argio Orell (primavera). Tra un anno è prevista una mostra su Manlio Malabotta al Salone delle idee di corso Cavour in collaborazione con la Provincia. Ad aprile infine a Trieste il convegno su “L’Adriatico orientale nella storiografica italiana” con Aga Rossi, Piero Craveri e Andrea Graziosi. «Un modo per vedere come l’Italia ha recepito le nostre vicende – chiude Vigini -. Un po’ come guardarsi allo specchio». E magari non riconoscersi.

 

Fabio Dorigo

“Il Piccolo” 15 ottobre 2012

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