Non è stata, evidentemente, una meteora. Un’idea nata e morta nel giro di qualche giorno. Potrebbe diventare, anzi, un monolito. Di quelli che, a prescindere da come la si pensa, segnano un punto di svolta e restano lì a rappresentarlo. A sei mesi dal momento in cui se n’era parlato una prima volta (ma allora la cosa era finita lì), uno storico esponente della sinistra triestina – di più, un ex uomo del fu Pci – si ritrova infatti in cima alla lista del toto-candidati per l’Irci, l’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata, la cui presidenza va a rinnovo proprio in primavera. Questione di due, tre settimane. Un mese, al massimo.
Il professor Stelio Spadaro non farebbe tuttavia di certo la figura – e non è ancora detto che sia lui il prossimo presidente dell’ Irci, mettono le mani avanti un po’ tutti – dell’uomo di sinistra piazzato lì senza arte né parte, a far da bandiera piantata dai conquistatori. Lui stesso istriano e nel contempo studioso di lungo corso sull’argomento – nell’ultimo suo libro, “Gli italiani dell’Adriatico orientale. Esperienze politiche e cultura civile”, si spinge ben oltre le contrapposizioni nazionalistiche e ideologiche – Spadaro in orbita Pd viene considerato il massimo esperto delle vicende dell’esodo e dall’altra parte della barricata è riconosciuto da tempo a vario titolo come un avversario politico “illuminato”, capace di storiche aperture a proposito del dramma delle foibe. Lo stesso Menia consigliò a Cosolini, dopo le elezioni, di nominarlo assessore alla Cultura.
Ma esiste pure un altro modo, parallelo – così per lo meno suggeriscono gli accadimenti attuali – di leggere la sua eventuale candidatura: l’interlocutore primo dell’Irci – affinché la convenzione-ponte sul Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata di via Torino possa trasformarsi in definitiva, facendo così rientrare una volta per tutte tale struttura nel circuito dei Civici musei – è il Comune. Oggi a guida centrosinistra, e che per statuto già esprime il vicepresidente dell’Irci: attualmente ricopre quella poltroncina, in vece di Cosolini, il consigliere comunale dei Cittadini Patrick Karlsen, che si dice sia per inciso un “seguace” di Spadaro, intellettualmente parlando. Una testa di ponte? Un allineamento “pieno” tra presidenza Irci e sindaco potrebbe, chissà, oliare un po’ di più gli ingranaggi. Uno scenario, questo, che in particolare il numero uno della “FederEsuli” Renzo Codarin – l’ex presidente della Provincia pre-Scoccimarro sostenuto da una maggioranza di centrodestra, di cui lui stesso è espressione – lascia intuire come non sia sbagliato disegnare. Al punto da far capire che proprio lui, lui che è stato appena nominato presidente di Estenergy, potrebbe farsi carico dell’operazione Spadaro nel ruolo di negoziatore tra i vari soci, dove prevalgono per numero, appunto, le varie anime che rappresentano il mondo degli esuli
.
Il calendario, in questo momento, torna in un certo senso a chiedere il conto. E così, dopo che l’idea Spadaro si era fatta strada lo scorso settembre – quando l’ex rettore Lucio Delcaro, da presidente tecnico di garanzia, aveva meditato per un momento di farsi da parte anticipatamente per impegni concomitanti all’Università – ecco che la medesima idea rispunta ora che siamo a scadenza naturale della presidenza triennale dello stesso Delcaro.
Non esiste nulla di ufficiale, però, per ora strisciano voci sottobanco (e pure sopra). «Sto aspettando – così Delcaro – che i revisori dei conti mi diano l’ok al bilancio, hanno 15 giorni di tempo da quando gliel’ho consegnato, subito potrò convocare il Consiglio d’amministrazione uscente e quindi l’assemblea dei soci, cui spetterà la nomina del nuovo Cda e l’elezione del suo presidente».
Piero Rauber
“Il Piccolo” 12 marzo 2012