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Indennizzi esuli: nuovi percorsi diplomatici (Voce del Popolo 21 gen)

ROMA – Il processo verso la definitiva integrazione sociale-culturale-economica di Italia, Slovenia e Croazia sotto l’egida dell’Unione europea dovrebbe essere compiuto anche attraverso l’ascolto, l’interlocuzione e il coinvolgimento delle associazioni rappresentative degli esuli. Ne è convinto Ettore Rosato, deputato del Partito democratico che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione al ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, per segnalare, tra l’altro, l’opportunità di istituire una commissione di studio che valuti le modalità attraverso cui, gli esuli che ne abbiano il diritto, possano ottenere la restituzione dei loro beni in Croazia e Slovenia.

“Qualsiasi fondata valutazione sullo sviluppo più auspicabile dello scenario geopolitico comprendente gli Stati dell’ex Jugoslavia – scrive Rosato in premessa –, prevede e richiede un rapido ingresso nell’Unione europea della Repubblica di Croazia, prodromico a quello degli altri Stati dei Balcani occidentali; all’ingresso nell’UE della Croazia hanno a lungo ostato ragioni connesse con le riforme richieste dal processo di adesione, ma soprattutto con le difficoltà della normalizzazione seguita alle recenti guerre balcaniche, e tuttora sembrano frapporsi divergenti esigenze avanzate dalla Repubblica di Slovenia, Stato membro dell’UE”.

“La legittima aspirazione della Croazia a un ingresso accelerato nell’UE, la stessa positiva operosità diplomatica espressa in tal senso dall’Italia –indipendentemente dall’orientamento politico dei Governi –, la quale fu tra i primi stati a riconoscere l’indipendenza della neonata Repubblica sorta dallo smembramento della Jugoslavia –, argomenta il deputato del Pd –, rischiano di far scivolare definitivamente in secondo piano l’annosa e dolorosa questione dei beni abbandonati dagli esuli. Attraverso la consultazione di centinaia di documenti catastali, l’Unione degli Istriani è riuscita a predisporre, e a far pervenire al Ministro degli Affari Esteri, un elenco aggiornato delle proprietà immobiliari situate nella parte croata dell’ex zona B ancora disponibili, cioè ancora nel possesso dello Stato croato o dei diversi comuni del territorio. L’elenco presentato alla Farnesina contiene il dettaglio delle proprietà immobiliari divise per località e comune di appartenenza, da cui risulta che 487 sono le proprietà ancora libere nel Comune di Buie (Buie, Collalto, Castelvenere, Momiano, Carsette, Cuccibreg, Merischie e Tribano), 115 nel Comune di Cittanova (Cittanova, Businia, Daila e villaggi limitrofi), 375 nel Comune di Grisignana (Grisignana, Piemonte, Terre Bianche, Losari, Villa Gardossi, Vergnacco Cuberton, Castagna, Ceppi, Sterna, Villamorosa e villaggi limitrofi), 336 nel Comune di Umago (Petrovia, Villania, San Lorenzo, Madonna del Carso, Zambrattia, San Giovanni della Cornetta, Salvore) e 98 nel Comune di Verteneglio (Verteneglio, Carigador, Radini, Fiorini e Villanova del Quieto)”. “Si è in attesa – ricorda Rosato –, della sentenza della Suprema corte croata, la quale dovrebbe sciogliere almeno in parte la questione della denazionalizzazione dei beni, con la modifica di una norma in seguito alla quale sarebbe esteso anche agli stranieri, quindi, anche agli esuli italiani, il diritto alla restituzione da parte della Croazia”.

Il deputato, quindi, ha chiesto al ministro Frattini se “condivida il parere che il completamento del processo di riconciliazione e la definitiva integrazione sociale-culturale-economica di Italia, Slovenia e Croazia sotto l’egida della UE debba essere compiuto anche attraverso l’ascolto, l’interlocuzione e il coinvolgimento delle associazioni rappresentative degli esuli, in primo luogo l’Unione degli Istriani, i quali sono ancora in attesa di un atto di giustizia, ancorché morale, che ne risarcisca il sacrificio pagato in nome e per conto dell’Italia uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale” e se “ritenga opportuno, utile e doveroso promuovere l’istituzione di una commissione di studio che valuti le modalità attraverso cui, nel rispetto dei percorsi diplomatici avviati, gli esuli che ne abbiano il diritto, possano ottenere la restituzione dei loro beni, in tal modo offrendo una specifica e qualificata sponda istituzionale cui far giungere istanze e problematiche in materia”.

Si ricorda che il ministro Frattini si è già soffermato sul tema dei beni abbandonati, anche in occasione della sua recente visita in Croazia. A Pola, infatti, dove il titolare della Farnesina ha incontrato i vertici e un’ampia rappresentanza della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia, Frattini ha dichiarato che la Corte suprema croata sarà chiamata presto ad adottare una decisione sul trasferimento dei beni denazionalizzati a cittadini non croati, e quindi anche italiani. Il Governo di Roma – ha assicurato il ministro –, “ha piena fiducia nella decisione della Corte e confida che il Governo croato possa adottare atti consequenziali”. Per quanto riguarda, invece, il processo di adesione della Croazia all’UE e il superamento del “blocco” determinato dall’annoso contenzioso sui confini che vede contrapposte Lubiana e Zagabria Frattini ha sottolineato sia a Zagabria sia a Pola di credere che “l’Europa e l’Italia con l’Europa debbano facilitare, in spirito di solidarietà europea, una soluzione rapida che non rallenti il processo di adesione della Croazia”. In tal senso, si ricorda, che l’Italia si è proposta per una “facilitazione”, ovvero fermo restando che l’accordo su questa disputa di confine va trovato a livello bilaterale l’Italia promuove il percorso di avvicinamento della Croazia all’Unione europea e punta a creare una sinergia tra tre Paesi –, l’Italia, la Croazia e la Slovenia –, che hanno un ruolo importante da giocare nell’Alto Adriatico. (chb)

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