Incontro presso l’ANVGD Milano su “La vittoria mutilata”

Nuovo appuntamento venerdì 1 dicembre alle ore 17:00 presso la rinnovata sede del Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in via Duccio da Boninsegna 23; questa volta l’argomento dell’incontro sarà:

La vittoria mutilata

Si tratta di un’espressione che è entrata nell’uso comune con riferimento ai compensi territoriali ottenuti dall’Italia alla fine della Prima guerra mondiale, che per certi versi rappresentò la Quarta guerra d’indipendenza contro la dominazione asburgica nei territori abitati da italiani e pertanto il compimento del Risorgimento.

Nella primavera 1915 l’Italia denunciò la Triplice Alleanza che la legava alla Germania ed all’Impero Austro-Ungarico, al quale il24 maggio dichiarò guerra schierandosi a fianco delle potenze della Triplice Intesa (Francia, Russia e Gran Bretagna, cui si erano già affiancati Serbia, Montenegro e Belgio). In base al Patto di Londra l’Italia avrebbe ottenuto il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia, la Dalmazia ed il controllo dell’Albania partecipando inoltre alla spartizione dell’Impero ottomano e delle colonie tedesche.

Rispetto alla situazione del 26 aprile 1915 in cui tale accordo fu stipulato, la situazione sarebbe poi cambiata. L’entrata nel conflitto degli Stati Uniti d’America avrebbe imposto all’agenda internazionale il rispetto dei 14 Punti in nome dei quali il Presidente Woodrow Wilson era uscito dalla neutralità. Il principio di autodeterminazione dei popoli era il più importante di questi ed avrebbe portato all’inattesa implosione dell’Impero asburgico, creando invece i presupposti per la nascita di uno Stato slavo che si sarebbe affacciato sull’Adriatico orientale, come espansione del Regno di Serbia e raccogliendo gli ex sudditi slavi della duplice monarchia. In base a tale principio, tuttavia, il Consiglio nazionale italiano di Fiume, che non rientrava tra le rivendicazioni italiane, chiese l’annessione al Regno d’Italia.

Già prima della fine delle ostilità in un articolo sul Corriere della Sera Gabriele d’Annunzio, conscio di quel che si muoveva sullo scacchiere diplomatico, scrisse “Vittoria nostra non sarai mutilata”: gli esiti della Conferenza di Pace avrebbero disatteso questo suo auspicio e contribuito a creare i presupposti per la sua impresa fiumana. [LS]

 

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